Allardyce «beccato» dal Telegraph rischia la panchina dell'Inghilterra

Il sogno di una vita svanito in una sola partita, dimissionato dopo appena 67 giorni: è questo il destino che attende Sam Allardyce, condannato all’inevitabile licenziamento. Secondo l’unanime convinzione della stampa britannica l’attuale ct dell’Inghilterra ha le ore contate, verrà esonerato presto, prestissimo.

Tutta colpa (o merito) dell’inchiesta giornalistica del Daily Telegraph che accusa l’attuale ct dei Tre Leoni di essersi proposto a finti businessman (in realtà cronisti) come consulente per aggirare le regole della terza proprietà. Più che un commissario tecnico Allardyce emerge come uno spregiudicato faccendiere, astuto frequentatore del sottobosco calcistico, dall’avidità pari solo all’insolenza.

Già qualche anno fa «Big Sam» - 61 anni, una carriera nella provincia del nord Inghilterra - era sopravvissuto ad uno scoop giornalistico che lo accusava di incassare bustarelle dai procuratori. Dalla stangata orchestrata dal Daily Telegraph però sembra impossibile che possa uscirne indenne. Ad inchiodarlo, le immagini sgranate di una telecamera nascosta che lo ritraggono mentre spiega a presunti uomini d’affari asiatici (in realtà cronisti) come aggirare le regole che vietano alle «terze parti» di possedere quote dei cartellini dei giocatori.

Pratica largamente diffusa tra gli agenti, assicura il ct dei Tre Leoni prima di offrirsi, in cambio di mezzo milione di euro, come consulente d’eccezione. Due incontri, quattro ore di chiacchiere in libertà. Tutte filmate e in queste ore al vaglio della Football Association, ridicolizzata dal tecnico per l’onerosa ricostruzione di Wembley: «Una barzelletta, la federazione vuole solo fare soldi».

Allardyce è stato visto uscire dalla sua abitazione di Bolton martedì mattina alle 7, prima di salire su una Mercedes senza rilasciare dichiarazioni. Secondo fonti non confermate avrebbe trascorso l’intera giornata negli uffici federali per fornire la sua versione dei fatti. Per spiegare, forse, anche i commenti acidi riservati al suo predecessore Roy Hodgson («quando parla fa addormentare tutti, non ha la personalità») come agli stessi nazionali («sono bloccati psicologicamente, non possono farcela»). Anche per questo è molto difficile immaginarlo in panchina il prossimo 8 ottobre quando a Wembley l’Inghilterra ospiterà Malta. La vittoria contro la Slovacchia, nell’esordio delle qualificazioni mondiali, è destinata a restare la sua prima-ultima-unica partita alla guida della nazionale, prima dell’inevitabile oblio calcistico.

Per la sua successione il favorito dei bookmakers locali è Alan Pardew, attuale manager del Crystal Palace, seguito da Eddie Howe del Bournemouth.

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