Usa, vietati i colpi di testa ai giocatori sotto i 10 anni

Non solo nel football americano o nell'hockey, anche nel calcio il cervello dei giocatori è ad alto rischio per i colpi di testa. Ne è certa la star della nazionale americana Brandi Chastain, che ha annunciato di voler donare il proprio cervello alla scienza per cercare i segni eventuali di encefalopatia cronica traumatica (Cte), una forma di demenza legata appunto ai frequenti colpi in testa.

Il cervello della giocatrice, che ora ha 47 anni ed è stata due volte campionessa del mondo con la nazionale Usa, andrà alla Concussion Legacy Foundation, che si occupa da anni di questo tema e le cui campagne hanno portato oltreoceano al divieto di colpi di testa per i bambini fino ai 10 anni che giocano a calcio, con una richiesta di estensione fino ai 14.

«Volevo sapere come avere un impatto nel mondo del calcio, oltre ad aver segnato un goal nella finale dei Mondiali del 1999 - spiega Chastain alla Cbs -. Posso fare qualcosa di più per lasciare il calcio in condizioni migliori di come l'ho trovato?». A legare la Cte al calcio è stato uno studio su Patrick Grange, un semiprofessionista 'specializzatò nei colpi di testa, morto a 29 anni.

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