Commissione etica Fifa: «Platini va radiato»

Dalla possibile elezione a numero uno del calcio mondiale all’esilio con disonore.

Una percorso sconcertante quello che si prospetta per Michel Platini dopo che la commissione d’inchiesta del Comitato etico della Fifa ne ha chiesto la radiazione a vita per la vicenda dei due milioni di dollari ricevuti nel 2011 da Joseph Blatter. La durissima richiesta, anticipata da un quotidiano francese, è stata confermata dall’avvocato del n.1 dell’Uefa, Thibaud d’Ales, che l’ha definita «sproporzionata», «prova della totale mancanza di credibilità della commissione» e frutto «della precisa volontà di nuocere».

Platini e Blatter, sospesi in via cautelare per tre mesi fino a inizio gennaio, saranno giudicati entro la fine di dicembre, come aveva già precisato il capo della commissione etica, Hans Joackim Eckert. Nulla è trapelato finora sul presidente Fifa, ma anche per lui potrebbe prospettarsi una chiusura anticipata, pur se di poco, e ingloriosa della pluridecennale carriera. Se prosciolto, le Roi potrebbe confermare la sua candidatura alla successione del dimissionario Blatter nelle elezioni del 26 febbraio prossimo, per ora congelata.

Nuvole nere però si addensano sul futuro, perché dopo le voci diffusesi fino a ieri di una possibile squalifica di sei-sette anni, oggi è arrivata la stangata. Secondo l’avvocato d’Ales, si tratta di una strategia precisa per mettere fuori gioco il suo assistito: «Aver fatto trapelare queste voci denota una chiara volontà di nuocere, di fare male - ha detto il legale -. Non c’è un solo elemento tangibile in questo caso che possa confermare le accuse. Ci si può chiedere se chi deve indagare non dovrebbe essere chiamata la persona che speculano» o la persona incaricata di eliminare Michel Platini dalla corsa alla presidenza della Fifa», ha affermato ancora d’Ales. La magistratura svizzera ha indagato Blatter per aver versato nel 2011 a Platini due milioni di dollari per servigi resi alla Fifa nel periodo 1998-2002, e il francese è stato sentito come testimone «sospettato». In attesa di chiarire la vicenda, la Commissione ha sospeso entrambi.

L’avvocato D’Ales dichiara di avere tutte le prove dell’accordo del tutto lecito tra i due, pronte ad essere sottoposte al Tribunale arbitrale dello sport, ultima istanza a cui appellarsi in caso di condanna.

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