Aquila in Eurocup, ma resta da lavorare

Peggio di così sarà molto probabilmente difficile vedere la Dolomiti Energia sul parquet quest’anno. Sarà anche magra ma dev’essere questa la consolazione per il centinaio di tifosi trentini che sabato hanno seguito l’Aquila a Brescia per la semifinale di Supercoppa e per tutti quelli che la partita l’hanno vista da casa.

La «ripassata» che Forray e compagni hanno preso da Poeta, McAdoo, Cotton e compagnia è anche più grave di quanto non racconti il punteggio finale (81-72). Chi ha visto la partita non può non aver notato la differenza di ritmo e di atteggiamento tra le due squadre. Emblematico - a nostro umile modo di vedere - il contropiede subìto da Trento dopo canestro realizzato nel terzo quarto. Se permetti a Poeta di volare verso il tuo ferro dopo aver raccolto la palla dalla retina e averla rimessa in gioco senza che nessuno dei tuoi sia già rientrato nella propria area significa che c’è qualcosa che non va. Cosa?

Gambe di legno.

Evidente che sabato pomeriggio al PalaLeonessa c’era una squadra (quella bianconera) che aveva le gambe pesantissime. Chissà, probabilmente Trento è ancora in fase di «carico» e i giocatori sono imballati per il lavoro su forza e resistenza cui li sta sottoponendo in questa fase iniziale di stagione il preparatore Christian Verona di cui di solito si apprezzano i risultati nel corso dell’anno. Devyn Marble, ad esempio, non è nemmeno il lontano parente dell’atleta che tutti conoscono. Se la spiegazione del flop di sabato è questa non c’è da allarmarsi perché - c’è il passato a dimostrarlo - quando la squadra entra in forma poi non c’è nulla che la ferma.

Allenamenti.

Non è invece da accampare la scusante degli infortuni. A ben guardare anche Torino ha vissuto gli stessi problemi, con una squadra nuova, giocatori che si sono fermati per guai fisici (McAdoo, Delfino, Taylor), altri arrivati in ritardo. Una differenza c’è nel fatto che la Fiat ha deciso di concentrarsi nelle sedute in palestra per le ultime due settimane mentre la Dolomiti Energia ha dato più spazio ad amichevoli e tornei vari. Evidentemente ha pagato di più la scelta di coach Larry Brown.

Chimica.

Termine usato nello sport per indicare la capacità dei giocatori di conoscersi, capirsi e «reagire» insieme. Ecco, da questo punto di vista l’Aquila è ancora molto indietro. Qui sì che si vede che la squadra non ha ancora lavorato tanto assieme. Anche per quanto riguarda la difesa. Quando Poeta o Cotton dalla punta dell’area battono l’uomo e nessuno dei lunghi interviene per aiutare nel pitturato significa che non ci sono ancora gli automatismi necessari. Quindi? Bisogna lavorare. Di più: lavorare al cubo, come ha tuonato sui Social il presidente Longhi.

Atteggiamento.

Per una volta lo spirito «We die hard» è rimasto negli spogliatoi. In campo non s’è vista la cattiveria necessaria: Torino era carica per una finale, Trento l’ha presa come una partita importante sì, ma relativamente.
Mercoledì sera (20.30) debutto Eurocup alla Blm Group Arena contro il Partizan Belgrado: si attendono passi in avanti.

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