Golden State scommette su Cousins l'«all star» più indolente che ci sia

di Giorgio Lacchin

Ingaggiando DeMarcus Cousins, Golden State si porta a casa un all star di due metri e 11 che segna quando e come vuole, passa da dio e tira da tre col 35%. Il guaio è che difende - anche - come e quando vuole. Cioè quasi mai. In attacco perde la palla un sacco di volte (5 a partita nell'ultima stagione a New Orleans) perché vuole fare il fenomeno, e quando la perde non rincorre l'avversario che gliel'ha portata via: non sia mai! DeMarcus fa correre gli altri: càpita così che la telecamera segua il gioco sul rovesciamento di fronte e Cousins torni nell'inquadratura qualche secondo dopo i compagni. Con calma.

Capirete che Cousins dai suddetti compagni sia sopportato; mai amato. Se a tutto questo aggiungete che a febbraio si è rotto il tendine d'achille sinistro, ecco spiegato perché fino a lunedì mattina non c'era stato uno straccio di società che lo avesse contattato (parole sue). È stato lui a pregare il suo agente di fare un giro di telefonate per proporlo al miglior offerente.

I campioni Nba gli passeranno uno stipendio di 5,3 milioni per un anno; non si fosse fatto male, quest'estate avrebbe potuto spuntarne uno da 30 milioni. Perché nonostante tutti i suoi difetti il 28enne dell'Alabama può decidere qualsiasi partita con un canestro, un assist no-look , una stoppata, un rimbalzo. Gli Warriors erano forse gli unici a potersi permettere il lusso di garantire il posto a un giocatore che tornerà in campo a dicembre inoltrato (se va bene), in chissà quali condizioni fisiche e con quel pedigree . Così saranno la sesta squadra nella storia dell'Nba a schierare 5 all star della stagione precedente. Gli ultimi a riuscirci sono stati i Boston Celtics nel 1976.

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