Stasera tutti con l'Aquila O si vince o è finita

di Daniele Battistel

«Possiamo giocarci tutte le nostre carte, perché nulla è già deciso». Quando ieri pomeriggio i giocatori della Dolomiti Energia si sono ritrovati al PalaTrento per la consueta sessione video prima di un leggero allenamento (tiri liberi compresi), Maurizio Buscaglia li ha guardati in volto uno ad uno. E li ha catechizzati: Trento ha ancora le proprie chance di vincere il titolo. Di questo devono convincersi tutti: squadra, staff e pubblico.

Certo, dopo la rocambolesca sconfitta dell’altra sera a Venezia in gara 5, ora il vantaggio ce l’ha la Reyer, ma l’Aquila non parte sconfitta. Perché anche domenica sera al Taliercio ha dimostrato di poter competere alla pari: ha vinto il confronto ai rimbalzi, sulle palle recuperate, ha avuto meno palloni persi. Ha concesso meno punti in area, anche se ha permesso a Venezia più tiri da 3. Ma non è stato il tiro di Bramos (o meglio: non è stato esclusivamente quel canestro dall’arco a 6”) a decretare la sconfitta di Trento: la verità che negli ultimi minuti l’Aquila si è disunita e non ha più giocato il proprio basket. Anzi, non  ha giocato. Si è affidata ad improbabili azioni «uno contro uno» dei propri atleti, che in realtà si trasformavano in «uno contro tutti», senza possibilità di riuscita.

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Verrebbe da dire che è tutta una questione di stanchezza, amplificata dal caldo umido del Taliercio. Buscaglia, però, tira dritto: «Non ci pensiamo, sapevamo che momenti del genere sarebbero potuti arrivare, ma il nostro approccio resta focalizzato sulla prossima partita, come abbiamo sempre fatto. Testa a gara 6 quindi, senza pensare ad altro».

Stasera dovrà fare caldo anche al PalaTrento: non tanto dal punto di vista della temperatura, quanto per il sostegno che il pubblico (scontato il «tutto esaurito») riverserà sulla squadra. Su questo Buscaglia conta davvero: «Siamo chiamati a pareggiare la serie come ci è già successo alcuni giorni fa quando eravamo sotto 1-2».

In vista del match di stasera l’obiettivo del coach è quello di allungare fino al quarantesimo minuto il tipo di gara che la Dolomiti Energia ha interpretato domenica sera per tre quarti e mezzo. «Non dobbiamo dare troppo peso a un singolo tiro che ci ha fatto perdere un match in cui avevamo fatto molto bene per 35-36 minuti, stando sempre avanti. Dovremo ritrovare circolazione di palla e post basso perché siamo stati, anche se in maniera efficace, molto perimetrali».

Significa che Trento, come ha fatto in gara 4 con Beto Gomes (domenica preso di mira dal primo all’ultimo minuto dalla difesa veneziana, a volte con atteggiamenti anche sopra le righe), dovrà mettere la palla in post basso, e giocare spalle a canestro. Sutton, Hogue, ma anche Toto Forray, avranno le loro chance: dovranno sfruttarle al meglio.

«Inoltre - continua Buscaglia - dovremo adeguarci meglio alle mosse che ha fatto Venezia, abbassando i quintetti per toglierci ritmo. In quei momenti servirà far girare di più il pallone, a rischio di non essere brillanti e di fare anche qualche errore, ma quello che ci danneggia di più è la staticità, e invece nei momenti difficili dobbiamo far sì che si muovano maggiormente uomini e palla».

Gli fa eco Luca Lechthaler: «Dobbiamo restare fiduciosi, perché abbiamo sin qui mostrato che abbiamo tutto per potercela giocare. Ci stiamo preparando a gara 6 con la consapevolezza di quello che dobbiamo e possiamo fare. Vogliamo fortemente tornare al Taliercio. E il PalaTrento sarà con noi per dimostrare che c’è tutta una terra pronta a spingerci a tornare a Venezia per giocare questa gara 7». Non sono frasi di circostanza, ma la convinzione di chi quest’anno è stato abituato a superare tanti momenti brutti.

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