Sutton: «Andremo a Milano per cercare di vincere»

di Daniele Battistel

Può un unico giocatore cambiare completamente la fisionomia e il rendimento di un’intera squadra? Se si chiama Dominique Sutton sì. Questo, almeno, dimostra il cammino della Dolomiti Energia da quando il «toro» di Durham (North Carolina) è arrivato a Trento attorno a metà gennaio. Per la verità durante la pausa invernale l’Aquila ha inserito anche Devyn Marble nel proprio roster in sostituzione dell’infortunato David Lighty, ma in questo caso si tratta del cambio di un giocatore con uno dalle caratteristiche simili.

Per Sutton, invece, è un’altra storia: un’ala da 198 centimetri al posto di un centro puro di 207 come Johndre Jefferson. Da quando l’Aquila schiera il suo nuovo numero 2 ha vinto 8 partite su 9 e nella classifica relativa al solo girone di ritorno viaggia da sola in testa. Se all’andata il bilancio bianconero era quanto mai deficitario - 6 vinte e 9 perse, tredicesimo posto in classifica, mancata qualificazione alle finali di Coppa Italia - ora la situazione è capovolta. La Dolomiti Energia ha vinto le prime sei partite del ritorno (record storico di società in serie A), perdendo poi con Torino in trasferta, e riprendendo la striscia positiva con altri due successi. Tutti «firmati» da Dom «the dog», che guida la classifica dei marcatori aquilotti con 14,2 punti di media, e che contro Pistoia e Pesaro è andato oltre i 20 (rispettivamente 21 e 23). Un miglioramento netto rispetto ai 7,7 segnati di media nella stagione scorsa.

Ma la crescita è soprattutto di testa: se l’anno scorso Sutton affiancava a giocate di intensità ed energia, errori banali e preoccupanti cali a livello mentale, quest’anno Dominique, appena compiuti i 30 anni, sembra aver trovato una maturità forse inaspettata. Mai (o quasi) una lamentela in campo, mai un atteggiamento sopra le righe, mai una giocata sbagliata.
Sarà forse per questo che anche l’Olimpia Milano - prossima avversaria di Trento domenica 2 aprile - sta mettendo gli occhi sull’ala di Durham per sostituire l’anno prossimo Rakim Sanders e tentare l’assalto all’Eurolega. Chissà. Intanto Dominique pensa a vincere con Trento. A partire dalla prossima partita.

Dominique, lei è arrivato a Trento per dare consistenza all’attacco e si è trasformato nel migliore attaccante della squadra. Come si trova in questo ruolo?

«Non mi sono mai visto come un importante riferimento offensivo: mi interessa solo giocare il mio basket. Sono un giocatore un po’ differente da quello dell’anno scorso, è vero: forse sono diventato un po’ più aggressivo in attacco, e magari mi prendo qualche libertà in più nella metà campo offensiva. Ma nel complesso non credo di essere cambiato tantissimo».

L’altra sera al palazzetto c’erano anche sua moglie e il suo figlioletto, arrivati da qualche giorno. Che le ha detto il piccolo dopo i suoi 23 punti?

«Mio figlio mi ha detto: “Hai giocato una bella partita papà”. Era contento per la nostra vittoria e per l’atmosfera che c’era alla partita».

Domenica prossima vi attende una sfida delicata al Forum di Assago contro i campioni d’Italia dell’Armani Milano. Che tipo di partita preparete?

«Andremo a Milano per cercare di vincere. Non mi aspetto niente di meno, niente di più. Il fatto di portare il nome di Milano sulle maglie non li rende differenti da qualsiasi altra squadra. Vogliamo batterli, come faremmo con qualsiasi altra avversaria. Si va in campo per vincere no? Perciò ci prepareremo al meglio per la gara, e domenica sera scopriremo se saremo stati capaci di fare un buon lavoro».

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