E ora il «serpente» Dada Pascolo ha conquistato i tifosi di Milano

Costruita con grandi nomi stranieri, si basa sui colpi estemporanei di Simon e Pascolo per restare aggrappata al sogno dei playoff di Eurolega di basket. Il paradosso dell’EA7 Milano è forse tutto qui e forse qui si stanano anche le possibili risposte su come porre rimedio all’incostanza. Due facce della stessa medaglia: «vergognosa», stando alle parole a caldo di Repesa; «epica», stando all’aggettivo utilizzato sul sito dell’Olimpia per definire la folle rimonta con il Darussafaka. Tutto vero. Perché Milano da inizio anno è stata questa. Tutto e il contrario di tutto. Capace di perdere malissimo (Galatasaray e Kazan), ma al tempo stesso di battere con autorevolezza alcune big (Olympiakos).

Un lungo filo conduttore che attraversa le vittorie esiste e non pare proprio una coincidenza: il minutaggio consistente dato a Dada Pascolo, ex Aquila Trento, spietato nel finale sia con i greci che ieri sera con i turchi. Kalnietis lo ha ormai ribattezzato il «serpente» - usando una delle tre parole che conosce in italiano - per quel corpo affusolato e quelle leve prive di muscolatura: dovevano essere un grosso limite contro i possenti lunghi di Eurolega ed invece si sono rivelati un vantaggio. Agile, perfetto nell’uso del piede perno e abile illusionista con le sue finte, Pascolo si è guadagnato il rispetto dei compagni e l’appoggio dei tifosi che scandiscono il suo nome come non succedeva da tempo per un singolo protagonista.

Un mese fa il destino dell’EA7 sembrava segnato, con un monsone all’orizzonte pronto a spazzare via staff tecnico e qualche giocatore dall’atteggiamento indisponente. Ora invece, dopo la reiterata fiducia concessa dalla società, qualche spiraglio si è aperto nel cielo sopra Milano. L’ottavo posto dista tre vittorie e Milano si ritrova in vantaggio nel doppio scontro con il Darussafaka, fondamentale in caso di arrivo a pari punti. In più il calendario sembra favorevole: l’Olimpia ha già affrontato le prime quattro della classifica e nelle prossime nove avrà una serie infinita di scontri diretti.

Abaco alla mano le possibilità di qualificarsi restano poche ma sono in salita: Milano ne deve vincere otto, a partire dall’insidiosa trasferta di Istanbul contro l’Efes di giovedì prossimo, per chiudere la stagione con un record pari, il dato al minimo sindacale per passare il turno. Missione impossibile? Può darsi. Ma all’Olimpia degli ultimi 12’ nessuna porta sembra sbarrata. A patto di dare più spazio a chi si danna l’anima in palestra per migliorarsi e sul parquet per vincere e non certo a chi porta con sé un gran nome ma scarso rendimento: aver giocato in Nba, come Raduljica o Dragic, non può garantire spazio a prescindere. Si chiama meritocrazia.

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