Rovereto: addio alla Strongmanrun, RCS la cancella

Ora è ufficiale. La StrongmanRun non farà ritorno a Rovereto né approderà in nessuna città italiana. Con una nota Rcs, l’agenzia che per sette anni ha organizzato la pazza corsa, ieri ha comunicato che «la Fisherman’s Friend StrongmanRun Italia non farà più parte del calendario 2019. Ringraziamo i partner e le istituzioni che in questi sette anni ci hanno affiancato e tutti gli strongmen per aver vissuto insieme a noi questa bellissima esperienza».

Una notizia che, seppur nell’aria, ha fatto disperare soprattutto il popolo dei runner che considerava quella gara, faticosa ma allo stesso tempo divertentissima, un appuntamento irrinunciabile, da ripetere ogni anno assieme ad amici, colleghi e nuovi compagni d’avventura.

Che l’ultima edizione non sia stata esaltante come le precedenti, dove si erano raggiunti anche picchi di 6-7 mila corridori, era però evidente. Com’era evidente che i rapporti tra Rcs e il Comune di Rovereto non erano più idilliaci come una volta. «Solitamente - fa notare Andrea Trabuio, responsabile dei Grandi Eventi di Rcs e patron della Fisherman’s Friend Strongmanrun - dopo un evento si fa il punto di com’è andata. Da parte nostra abbiamo fatto una valutazione di natura economica. Dall’altra, aspettavamo però indicazioni e spiegazioni dal Comune di Rovereto, a cui abbiamo scritto per avere un parere: a distanza di mesi non abbiamo però ancora ricevuto alcun feedback».

Due, quindi, le motivazioni principali che hanno portato alla cancellazione della gara dall’agenda roveretana: una di natura economica - «non aveva più una redditività tale per continuare», precisa Trabuio - e l’altra più logistica, con il Comune di Rovereto non più di tanto intenzionato a portare avanti la kermesse. «Non abbiamo avuto più alcuna risposta da parte dell’amministrazione comunale. Solo il silenzio. E sono molto dispiaciuto di questo. Dopotutto siamo stati ospiti di Rovereto. Anche quest’anno, prima di prendere parola con qualcun altro, ci sembrava corretto attendere un feedback. Ma nulla. Le cose per farle bisogna volerle tutti», prosegue Trabuio.

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