Giorgetti stuzzica Malagò: «Al Coni sono tutti dell'Aniene»

«Nessuna guerra, nessuna battaglia personale con Giovanni Malagò, ma c’è una anomalia: se guardate le prime cariche del Coni, sono tutte persone che appartengono all’Aniene. Sarà un caso, saranno bravi, ma magari c’è gente competente anche a Forlì...».

Si arricchisce di una nuova puntata la polemica legata alla riforma del Coni, col sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti che da un lato apre a un nuovo faccia a faccia col numero uno di Palazzo H per provare ad arrivare a scrivere la parola fine in maniera non traumatica - purchè «Malagò accetti i principi della riforma» -; ma dall’altro punge duramente il n.1 dello sport italiano, sottolineando la composizione della struttura dirigenziale del Comitato olimpico legata a doppio filo al circolo in riva al Tevere, uno dei luoghi simbolo del potere politico e imprenditoriale romano.

Nomi, parlando di perfetta sovrapposizione tra vertici Coni e uomini Aniene, Giorgetti non ne fa. Ma tra i soci del circolo di cui ora Malagò è presidente onorario figurano tra gli altri Roberto Fabbricini, presidente Coni servizi, a lungo segretario generale del Coni e fresco ex commissario della Figc (che ha nominato ct Roberto Mancini, anche lui membro del circolo), e l’ex dg di Coni Servizi Michele Uva, attualmente sospeso dalla sua funzione di dg federcalcio, e poi il vicepresidente vicario del Coni Franco Chimenti e l’altra vicepresidente, Alessandra Sensini, nonchè l’attuale segretario generale Carlo Mornati.

Giorgetti ha lanciato però anche altri segnali. «È chiaro che cerchiamo una soluzione condivisa. Pensate che lo sport italiano possa funzionare se Coni e Governo sono in guerra?» le parole di Giorgetti a margine di un forum presso la sede del Corriere dello Sport a Roma, in cui ricorda di essere «un pragmatico, voglio arrivare ai risultati. La mediazione e il compromesso fanno parte della politica, ma presuppongono un approccio costruttivo, che spero possa tornare di attualità nei prossimi giorni». Quando le parti torneranno a sedersi al tavolo della trattativa. «Incontreremo sicuramente ancora Malagò» annuncia il sottosegretario, senza però fissare date. Il Coni domani riunirà la propria Giunta nazionale a Reggio Calabria (e saranno assegnati i contributi per il 2019 alle federazioni), poi sabato Malagò volerà a Tokyo con i governatori Zaia e Fontana per presentate la candidatura di Milano-Cortina alle Olimpiadi invernali del 2026. I due protagonisti della vicenda potrebbero tornare a incrociarsi quindi giovedì alla Camera dei Deputati quando si terrà un convegno organizzato dall’Unione Sportiva Acli in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

Di certo Giorgetti sembra giocare a carte scoperte. «La preparazione olimpica resterà al Coni, quella è la sua ragion d’essere. La nuova Coni servizi invece deve cambiare, avere uno spirito imprenditoriale e allargare l’oggetto sociale. La chiave di lettura è questa, con un perimetro di attività che viene ampliato. Bisogna cercare di migliorare, non è detto che una cosa che funziona bene debba sempre rimanere così. Il mondo evolve, dobbiamo essere al passo. Non è la politica che mette le mani sullo sport, noi vogliamo migliorarlo» spiega, svelando che «con la riforma che abbiamo in mente non vogliamo mettere burocrati alla "Sport e Salute spa" ma manager. Come faremo? Ho in mente una call nazionale, se non internazionale, in cui chi aspira a queste posizioni presenta la candidatura e viene scelto in base a due criteri: la conoscenza sportiva e la managerialità aziendale».

Nel mirino di Giorgetti, tuttavia, non c’è solo il Coni. In Finanziaria infatti è inserita anche una norma che prevede di destinare il 10% di quanto ricavato dai diritti tv ai club che fanno giocare i giovani italiani cresciuti nel vivaio. Tema delicato che ha innescato reazioni in via Rosellini. «Miccichè è venuto nel mio ufficio e mi ha mandato a quel paese per la norma sui giovani inserita in Finanziaria... - la battuta del sottosegretario -. La Lega di A ci ha fatto notare che verrebbero stravolti i budget delle società che hanno già pianificato gli investimenti. Loro hanno anche ragione ma il fatto che negli ultimi anni abbiano giocato in Serie A solo 8-9 giovani è inaccettabile. Noi abbiamo sollevato il problema, che proposte ha la Serie A per risolverlo? Se ne hanno, siamo disposti a valutare un’alternativa che arrivi al risultato di dare spazio ai giovani italiani. Vediamo se la Lega e la Figc ci faranno delle proposte perchè la situazione è ridicola».

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