Dopo le uova in faccia la finale agli Europei La storia di Osakue dall'incubo al sogno

Il primo lancio tradisce l’emozione, con quel disco che sbatte contro la gabbia. Il secondo è buono, anche se uno dei giudici storce il naso facendole temere un altro nullo. E invece no, quel 58,73 è validissimo e Daisy Osakue, che agli Europei di atletica di Berlino rischiava di non esserci, sabato sera sfiderà campionesse come Sandra Perkovic e Nadine Muller nella finale degli Europei.

«È la ciliegina sulla torta che mi serviva per dimenticare quello che è accaduto, perdono tutti», sorride raggiante la 22enne torinese che torna finalmente a sentirsi atleta dopo aver fatto parlare di sè, suo malgrado, per altre vicende. Sembra lontana una vita quella notte di fine luglio quando, nella sua Moncalieri, mentre attraversava la strada diretta verso casa, viene colpita all’occhio. Da un’auto in corsa, una Fiat Doblò, vengono lanciate delle uova e una raggiunge Daisy, che finisce in ospedale. C’è una lesione della cornea ma la 22enne discobola di origine nigeriana mette subito in chiaro che a Berlino vuole esserci, «non mi impediranno di partecipare a una cosa a cui tengo». E mentre l’Italia si interroga su un nuovo possibile caso di razzismo, poi sfumato in uno stupido gesto di goliardia da parte di tre ragazzi presto identificati dalle forze dell’ordine, Daisy comincia la sua corsa contro il tempo. E alla vigilia della partenza della nazionale di atletica per la capitale tedesca, ecco il via libera: il miglioramento del quadro clinico «consente la sospensione progressiva della terapia cortisonica e la partecipazione agli Europei di Berlino».

 

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