Rugby, Italia a Dublino per un'altra sfida impossibile

Missione impossibile numero due.
Archiviata la sconfitta in casa contro i Maestri dell’Inghilterra, per l’Italia del rugby c’è la trasferta di Dublino, contro la nazionale attuale numero 3 del ranking mondiale e guidata da un tecnico capace come il neozelandese Joe Schmidt, il più vincente della storia sulla panchina dei verdi.
Basta un dato a far capire la difficoltà dell’impegno che attende Parisse e compagni: negli ultimi cinque anni del 6 Nazioni l’Irlanda in casa ha perso una sola partita, 6-12 del febbraio 2013 contro gli inglesi. Facendo invece un bilancio complessivo, va rilevato che negli ultimi 15 mesi ha perso solo tre volte, con la Nuova Zelanda a Dublino nel novembre 2016 e con Scozia e Galles in trasferta nel Torneo dell’anno scorso.

Non è tutto: nella selezione dei British&Irish Lions che l’anno scorso è stata all’altezza degli All Blacks c’erano sette componenti della mischia irlandese. Inoltre la mediana Murray-Sexton è una delle migliori del panorama internazionale.

In un contesto del genere passa quasi inosservato il fatto che un giocatore della qualità di Jarred Payne continui a stare fuori per i continui mal di testa che ha da mesi, probabile conseguenza degli scontri di gioco.
Tutto ciò fa di Irlanda-Italia una sfida di grande fascino, anche per il ritorno da ‘nemico in casà del ct azzurro Conor O’Shea, che domani canterà tutti gli inni e che ha varato un XV con tre cambi rispetto al match dell’Olimpico con l’Inghilterra: i tre del Benetton Quaglio, Steyn e Bigi questa volta giocheranno dall’inizio.

Unico non biancoverde del pacchetto sarà il capitano Sergio Parisse, che sprona i compagni da par suo. «Mi sono stancato di sentir dire che l’Irlanda è forte - dice il n.8 azzurro -. Domani è favorita, non dico nulla di nuovo. Ma noi abbiamo coscienza delle nostre capacità, abbiamo segnato due mete alla seconda squadra al mondo e la nostra fiducia nel nostro gioco d’attacco continua a crescere. Conosciamo gli irlandesi, a loro piace molto tenere la palla e attaccare e a questo dobbiamo essere preparati, ma dobbiamo voler noi il possesso dell’ovale. Siamo ambiziosi, e ciò non vuol dire essere presuntuosi, e convinti della nostra forza: possiamo metterli in difficoltà. Non ho mai vinto in Irlanda, nè con la Nazionale nè a livello di club, ma non ho mai smesso di crederci e di sognare, sono cose come queste che ti danno la forza di continuare».

«Siamo preparati non solo per difendere - continua Parisse - ma anche per attaccare perché, come si dice, la miglior difesa è l’attacco. Saranno fondamentali i primi venti minuti della partita, durante i quali non dovremo concedere loro mete e punti facili. Chi temo? Diciamo che stimo molto Sexton: è un fuoriclasse, per loro è decisivo, basti pensare che contro la Francia è stato capace di fare un drop del genere, decisivo, pur essendo sotto pressione». Sarà lui a dettare il ritmo, spesso asfissiante, del gioco irlandese, tutto sta a non farsi travolgere.

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