The Coach Dan Peterson al fianco dell'Aquila Basket

C'è un nome leggendario per la pallacanestro italiana nel novero dei soci del Trust Aquila: sulla tessera numero 536 spicca infatti il nome di Dan Peterson, il mitico «The Coach»! Che carica l'Aquila in serie A: può arrivare ai playoff

Dan Peterson con Luigi LonghiNella lista dei soci del Trust Aquila, alla tessera numero 536, c’è il nome di Dan Peterson, il mitico «The Coach»! Peterson ha voluto accettare l’invito del presidente Luigi Longhi e di uno dei referenti del Trust Aquila, Stefano Tomasi, ad aderire all’innovativa iniziativa di Aquila Basket: il Trust Aquila ha da poco superato la fatidica soglia dei 500 iscritti e quindi riceverà il 40% delle quote di Aquila Basket e avrà diritto ad esprimere due propri rappresentanti nel Consiglio d’Amministrazione.

 

Si tratta di una vera e propria novità, che rende i tifosi protagonisti della società e che è stata apprezzata da coach Peterson: «So che Aquila Basket è caratterizzato da un Consorzio di Aziende e dal Trust Aquila. Il Trust è un’idea derivata da altre importanti esperienze europee come Barcellona e Bayern Monaco e arriva in Italia, secondo me, nel momento giusto. E’ difficile in questo momento trovare un mecenate che faccia tutto e proprio per questo tante società si sono affidate ad un consorzio di aziende, come ad esempio Varese oppure come ha fatto lo stesso presidente di Venezia Brugnaro che ha coinvolto diverse aziende. Però l’idea di coinvolgere i tifosi è una novità assoluta e può essere un passo in avanti per tutto il basket italiano. L’idea del Trust, inoltre, può creare ancora più pubblico, un pubblico che magari non può essere presente al palazzetto, ma che si interessa, vuole sentirsi parte del progetto. Io credo che le altre società italiane guarderanno a questa esperienza di Aquila Basket e se funzionerà, ne seguiranno la traccia».

 

Dan Peterson conosce la realtà Aquila: «Trento è una novità per la serie A. Quando parlo con persone di società che avete affrontato in questi anni, tutti mi dicono “occhio a Trento”, perché è una società seria. Tutti mi hanno parlato bene e sono convinti che farete una squadra buona, che magari entrerà nei playoff. Questo può sembrare troppo alla prima stagione in A. In Italia ci sono esempi quali Milano, Reggio Emilia, Venezia o Brindisi tanto per citarne alcune. E la gente mette Trento in questo tipo di canale. Bisogna mantenere ora la stessa umiltà: e come dico io…pensare in grande ma non parlare in grande. Cioè quello che avete fatto finora».

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