Facebook censura «donna vitruviana» Ass.Coscioni, poi le scuse

Una «donna vitruviana», nuda e coperta da una foglia di marijuana e da un bebe’, è stata immaginata dall’Associazione Coscioni come locandina di un convegno che si terrà a Milano ad ottobre. Ma è incappata nell’algoritmo di Facebook, che già in passato ha censurato in automatico nudi anche di opere d’arte, e la piattaforma ha vietato la possibilità di pubblicizzare l’evento. Poi il dietrofront.

«Il nostro team esamina ogni settimana milioni di inserzioni pubblicitarie e a volte purtroppo commettiamo degli errori - spiega Facebook - Questa immagine non viola le nostre policy per le inserzioni. Ci scusiamo per l’errore e abbiamo già comunicato all’inserzionista che la sua pubblicità è stata approvata».

«L’accaduto - riflette l’Associazione - fornisce un nuovo spunto per il dibattito sulle scelte dei social network, operate attraverso algoritmi che non riescono evidentemente a distinguere contenuti osceni e manipolatori da semplici espressioni artistiche». «Dettami cinquecenteschi», ha commentato il presidente Marco Cappato.

In passato l’algoritmo di Facebook ha scambiato per pornografia delle opere d’arte. Ha rimosso l’immagine di una donna nuda di Gerhard Richter dalla pagina del museo parigino del Centre Pompidou, una fotografia della Sirenetta di Copenaghen, i nudi palermitani di Piazza Pretoria, il celebre dipinto di Gustave Courbet, «L’Origine du Monde», che raffigura una vagina, la fotografia di Kim Phuc, simbolo della guerra in Vietnam.

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