Stretta sui social in Egitto, furono motore Primavera Araba

Il presidente egiziano ha ratificato una legge per monitorare i social media, imponendo regole per contenere il fenomeno delle fake news. La legge pubblicata sabato sulla Gazzetta ufficiale del paese, si concentra in particolare sui profili con più di 5mila follower, spesso appartenenti a personaggi famosi ma anche a testate giornalistiche. Sono soggetti alla supervisione dell'autorità nazionale sui media che può bloccarli se si scopre diffondono notizie false.

Ad agosto, il presidente ha ratificato un'altra legge in chiave internet, ma contro il cybercrime che autorizza le autorità a ordinare il blocco dei siti che pubblicano contenuti considerati una minaccia per la sicurezza nazionale. Amnesty International ha criticato entrambi provvedimenti sottolineando che "danno il controllo quasi totale dello stato sulla stampa e sui media anche online". L'Egitto ha regolarmente incarcerato i giornalisti, soprattutto dopo il giro di vite sul dissenso seguito al rovesciamento militare del 2013. I social network e Internet hanno avuto un ruolo importante durante la Primavera araba.

A maggio in Papua Nuova Guinea Facebook è stato bloccato per un mese alla ricerca di account fasulli, disinformazione e pedopornografia e il Ministro delle Comunicazioni rilancia con l'ipotesi di un social network locale.

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