L'Alzheimer colpisce 600mila italiani Ma c'è poca conoscenza

Gli italiani che soffrono di demenza sono 1.241.000 e di questi 600.000 hanno avuto una diagnosi di Alzheimer. Per affrontare al meglio la malattia, individuarla il prima possibile è fondamentale e oggi è anche possibile. Ma la conoscenza in materia è ancora scarsa secondo due persone su tre e questo è uno dei motivi per si celebra ogni anno, il 21 settembre, la Giornata Mondiale dell’Alzheimer.

Nel mondo i malati di Alzheimer sono 50 milioni e ogni 3 secondi una persona ne riceve la diagnosi. In Italia, l’assistenza di questi pazienti cronici è in 8 casi su 10 a carico delle famiglie. Per alleviare il loro peso la diagnosi precoce è decisiva, spiega Orazio Zanetti, primario del reparto Alzheimer dell’Irccs Fatebenefratelli di Brescia, «perché permette di accoglierli in programmi di assistenza che consentano di sentirsi meno soli di fronte alla malattia».

Ma anche perché «permette di dare avvio a un trattamento farmacologico con l’intento di rallentare il processo degenerativo di uno, due o tre anni». Per farlo oggi si può contare su procedure basate su un accurato esame del paziente, tomografia, risonanza magnetica ed esami del sangue. Ma tecniche sempre migliori sono oggetto di 25 progetti di ricerca della rete di giovani ricercatori sostenuti da Airalzh Onlus.

Presentati pochi giorni fa all’Università Statale di Milano, utilizzano biomarcatori specifici, nuovi strumenti diagnostici e di test specifici di analisi del linguaggio. Intanto, per questa malattia che è in costante aumento ma non ha ancora una cura, settembre è il mese della mobilitazione. Decine le iniziative previste in Italia, con screening gratuiti, presentazioni di libri e convegni.

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