«Cure più efficaci ma anche più umanità nei reparti»

«La possibilità che abbiamo di offrire terapie che sempre più guariscono o consentono una cronicizzazione della malattia rende necessaria una presa in carico del paziente più umana, che si basi su una vera relazione e ciò è ora fattibile anche grazie al medico di riferimento che segue la persona durante tutto il percorso di cura», ha detto ieri il primario Orazio Caffo nel corso della tavola rotonda aperta alla popolazione che ha visto protagonisti medici, associazioni di volontariato, dirigente e assessore alla salute. E che negli anni molto sia cambiato lo hanno testimoniato proprio alcuni pazienti presenti che hanno voluto ringraziare per l’umanità che hanno trovato nei vari reparti.

«Il tema dei tumori non è un tema qualunque - ha sottolineato l’assessore Luca Zeni - È vero che le malattie cardiovascolari uccidono di più ma di fronte al cancro c’è sempre inquietudine e per questo ci vuole un surplus di attenzione. Ringrazio per questo le associazioni di volontariato ma anche i cittadini che rispondono bene alle sollecitazioni sulla prevenzione. L’ultima app presentata al Festival dell’Economia, ad esempio, ha già più di 1000 iscritti».

Zeni ha sottolineato anche quanto la Provincia sta investendo sui farmaci innovativi. 7 milioni, di cui la maggior parte nel settore oncologico. L’invito ai medici è però di andare oltre, di sfruttare la loro autorevolezza per invitare le persone a seguire sani stili di vita affinché il numero di trentini, che sono 8 ogni giorno, ai quali viene diagnostico un cancro, possa diminuire.

Anche il direttore Paolo Bordon ha ribadito l’importanza della prevenzione facendo presente che ognuno deve capire che migliorando il proprio stile di vita si può influenzare la propria salute futura.
«E se nonostante un corretto stile di vita dovesse arrivare una diagnosi di tumore il paziente deve sapere che qui in Trentino c’è il meglio che la scienza oggi offre».

Prevenzione, anche attraverso gli screening ,come ha sottolineato il dottor William Mantovani , ma anche attraverso cure sempre più all’avanguardia.

«Negli ultimi dieci anni si è lavorato molto anche sul controllo degli effetti collaterali. È aumentata la precisione grazie a nuove tecnologie che permettono sempre più di preservare gli organi sani. Si è fatta strada al radioterapia basata sulle immagini. In pratica prima viene effettuata una tac volumetrica per individuare con precisione la posizione degli organi e il tumore e solo poi viene effettuato il trattamento. Inoltre ci sono tecniche che consentono, per tumori cerebrali molto piccoli ad esempio, di effettuare un’unica seduta che consente di evitare poi il trattamento chirurgico. Stessa cosa per le radiazioni alla mammella sinistra, quella vicina al cuore, grazia e una nuova tecnica la zona viene tratta con sicurezza senza irradiare il cuore. Questa procedura è già stata usata con successo su una sessantina di pazienti», ha illustrato Valentina Vanoni , direttore di Radioterapia oncologica.

Ieri all’incontro era presente anche Maurizio Amichetti , responsabile della Prontonterapia. «Abbiamo superato i 500 pazienti - ha annunciato - ed è stato attivato un turno pomeridiano proprio per rispondere all’aumento di domanda. Il nostro focus sono soprattutto i pazienti pediatrici grazie alle convenzioni con ospedali importanti come il Bambino Gesù di Roma, il Meyen di Firenze o il Regina Margherita di Torino. Ma ci stiamo aprendo anche a tumori meno rari per pazienti critici. Per fine anno dovremmo poter trattare anche tumori della mammella e della prostata».
Dunque cure sempre più all’avanguardia con sempre più tumori anche trattati con farmaci immunologici, ma anche stili di vita corretti per prevenire il tumore. Testimonial di questo è stata la campionessa Francesca Dallapè che ha raccontato la sua vita da sportiva ma anche invitato i giovani a fare prevenzione senza pensare di essere invincibili. «Quando si è giovani ci giochiamo tanto. Dobbiamo imparare a volerci bene, ad aver cura del nostro corpo», ha concluso Caffo. Un messaggio che le associazioni di volontariato Anvolt e Lilt hanno fatto proprio da tempo e che sostengono anche con la prevenzione secondaria, con visite e controlli gratuiti.

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