Tumori: il farmaco funziona anche a dosaggi bassi ma l'azienda alza il prezzo

Un gruppo di oncologi statunitensi è riuscito a dimostrare che un farmaco antitumorale molto costoso era efficace anche a dosi più basse, ma la compagnia produttrice ha triplicato il prezzo delle formulazioni con meno principio attivo, vanificando i possibili vantaggi economici. La vicenda, in un momento in cui i prezzi dei farmaci di nuova generazione sono oggetto di più di una polemica, è stata descritta su Cancer Letters e riportata dal Washington Post.
    
L’Ibrutinib è un farmaco orale che cura una serie di tumori del sangue, fra cui la leucemia linfocitica cronica, che normalmente viene fornito in singola pillola da 140 milligrammi, con alcuni pazienti che ne prendono anche tre al giorno, per un costo annuo del trattamento di 148mila dollari.

I primi a dimostrare con un piccolo studio che i dosaggi più bassi sono efficaci sono stati i ricercatori dell’MD Anderson Cancer Center di Houston, che hanno pubblicato i dati nel 2017 sulla rivista Blood. Il consorzio no profit Value in Cancer Care Consortium stava per condurre test su più pazienti quando è arrivata la notizia che Janssen e Pharmacyclics, le aziende distributrici, hanno deciso di togliere la pillola da 140 milligrammi dal mercato per mettere quattro formulazioni diverse, tutte però allo stesso prezzo.

«Questo ci ha fatto arrabbiare - afferma al Post Mark J. Ratain dell’università di Chicago, membro del consorzio, che in realtà usa un’espressione più ‘colorita’ - stavamo discutendo di protocolli e finanziamenti del test quando è arrivata questa notizia».

Le aziende si sono difese in un comunicato affermando che il nuovo regime è allo studio dal 2015, e che farebbe risparmiare i pazienti con dosaggi più alti.

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