Encefalite da zecca, sette casi a Trento Due i ricoverati al Santa Chiara in questi giorni

Nel corso del 2017 sono già sette i casi di encefalite da zecca. I numeri si presentano in calo rispetto al passato ma non bisogna mai abbassare la guardia.

Proprio in questi giorni sono due le persone ricoverate all'ospedale Santa Chiara di Trento: una giovane donna si è infettata con una zecca sul Bondone e nelle prossime ore dovrebbe tornare a casa, mentre un uomo, che ha accusato problemi in Val di Non, resterà all'ospedale per qualche giorno e quindi verrà trasferito in un'altra struttura per la riabilitazione.

Al S. Chiara, ormai, visti i numerosi casi che ogni anno vengono registrati, i sintomi vengono intercettati abbastanza velocemente. «Una febbre che all'inizio viene scambiata per influenza, spesso nausea e soprattutto cefalea. Poi nei casi più gravi anche problemi neurologici con difficoltà di deambulazione», spiega il dottor Claudio Paternoster.

«I numeri comunque non rispecchiano il fenomeno in quanto c'è un enorme sommerso, solo un caso su 100 viene scoperto. Il resto passa inosservato, qualche giorno di febbre che poi scompare e nessuno collega il malessere alla zecca infetta».

Oltre all'encefalite virale la zecca può trasmettere la malattia di Lyme. I casi notificati nel 2016 erano stati 26.

«Anche quest'anno ci sono stati numerosi casi», spiega Paternoster. Con una raccomandazione: «Per prevenire quest'ultima patologia, occorre rimuovere velocemente le zecche in quanto queste trasmettono il batterio al momento del pasto di sangue, cioè ore dopo che si sono posizionate sottopelle».

Mentre per l'encefalite non c'è in realtà una cura e i sanitari ricoverano i soggetti, monitorano l'evolversi della malattia ed eventualmente somministrano dosi di cortisone per disinfiammare, nel caso della malatttia di Lyme questa viene trattata con antibiotico secondo un preciso protocollo internazionale, una volta verificata la presenza dei segni clinici tipici (come l'eritema cutaneo migrante a forma di bersaglio) e la presenza nel sangue della persona dell'anticorpo contro il batterio che provoca l'infezione, la Borrelia Burgdorferi veicolato dalle zecche.

Come è confermato da anni, in Trentino non esiste un'unica zona dove ci sono zecche infette, ma l'area è molto vasta: dal Bondone alla valle di Non fino alla valle di Cembra e oltre. Le zecche vivono in habitat forestali, soprattutto nei boschi decidui, nel sottobosco, nelle radure e nelle zone di transizione fra foresta e prati, ed attendono l'arrivo dell'ospite sui fili d'erba o sui cespugli. Con gli anni anche la quota alle quali si trovavano è mutata ed aumentata.

Come è confermato da anni, in Trentino non esiste un'unica zona dove ci sono zecche infette, ma l'area è molto vasta: dal Bondone alla valle di Non fino alla valle di Cembra e oltre. Le zecche vivono in habitat forestali, soprattutto nei boschi decidui, nel sottobosco, nelle radure e nelle zone di transizione fra foresta e prati, ed attendono l'arrivo dell'ospite sui fili d'erba o sui cespugli. Con gli anni anche la quota alle quali si trovavano è mutata ed aumentata.

«Un'analisi completa della situazione e dei numeri non è possibile - spiega la dottoressa Alessandra Zanin, del dipartimento di prevenzione - in quanto la stagione calda non è ancora finita e fino all'autunno i numeri possono aumentare».
Quest'anno per la prima volta, il Ministero della Salute ha emanato a livello nazionale un Piano di sorveglianza e risposta all'encefalite virale da zecche e altre arbovirosi e hantavirus non sottoposti a specifici piani di sorveglianza e risposta - 2017 .

L'encefalite da zecca è considera un crescente problema di sanità pubblica in Italia e in Europa, è disponibile un vaccino che le autorità sanitarie in molte zone suggeriscono alle persone che svolgono lavori o altre attività a rischio.

Gli ultimi dati pubblicati dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie indicano che le aree endemiche sono in via di espansione. Nel 2014, i paesi che hanno riportano il maggior numero di casi di encefalite da zecche sono stati: Austria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Svezia.

Le persone più colpite hanno un'età superiore a 45 anni, e sono di sesso maschile. Si tratta soprattutto di agricoltori, cercatori di funghi, escursionisti.


[ladige_embed_file type="pdf"]1617831[/ladige_embed_file]

 

comments powered by Disqus