Malattie croniche ai polmoni, salgono i morti nel mondo

Una malattia respiratoria cronica molto complessa e spesso non diagnosticata, la sindrome polmonare cronico-ostruttiva - legata in primis al fumo e all'inquinamento - causa 3,2 milioni di morti l'anno nel mondo, secondo i dati più recenti, relativi al 2015.

È quanto emerge da un'analisi su scala globale per valutare l'impatto complessivo di questa malattia, i cui risultati sono apparsi sulla rivista The Lancet Respiratory Medicine. La ricerca è stata condotta a livello globale da Theo Vos dell'università di Washington.

La sindrome polmonare cronico-osrtuttiva è in realtà un insieme di malattie che comprende la bronchite cronica e anche l'enfisema. Si tratta sempre di un'affezione respiratoria cronica caratterizzata da infiammazione delle vie aeree; i sintomi più comuni sono 'fame d'aria' (respirazione difficoltosa) e tosse.

Gli esperti hanno calcolato che dagli anni '90 a oggi i casi sono aumentati numericamente a causa dell'invecchiamento della popolazione, anche se la frequenza dei nuovi casi si va riducendo per lo più grazie alle politiche nazionali contro il fumo.

Dal 1990, il numero di morti per la sindrome è aumentato dell'11,6% tra 1990 e 2015 (da 2,8 a 3,2 milioni di morti l'anno), e il numero di casi è salito del 44,2% (da 121 a 174,5 milioni di casi). In confronto le morti per asma si sono ridotte del 26,2% (da 0,55 a 0,4 milioni di morti l'anno nel mondo) ma la prevalenza (i casi complessivi) è aumentata del 12,6% (da 318,2 a 358,2 milioni) nello stesso periodo.

L'Italia registra 1765 casi per 100 mila abitanti, una quota minore rispetto a paesi come la Svezia (4537 casi per 100 mila) e gli Usa (3055 casi per 100 mila). Per l'asma, invece, l'Italia registra 3756 casi per 100 mila abitanti, comunque meno rispetto ad altri paesi (ad esempio Gran Bretagna - 11.649 per 100 mila).

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