Dalle Tac al colesterolo Guerra agli esami «inutili»

Dall’estrazione e ricostruzione dei denti alla radiologia diagnostica comprendente risonanze e tomografie, dalle prestazioni di laboratorio come l’esame del colesterolo alla medicina nucleare e gli esami di genetica: sono 208 le prestazioni e gli esami che finiscono sotto «stretta osservazione» con il provvedimento in preparazione al ministero della Salute e che si tradurrà in un decreto volto a garantire l’appropriatezza delle prestazioni sanitarie, al fine di evitare esami e viste inutili che costano ogni anno al Servizio sanitario nazionale circa 13 mld di euro.

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Il documento provvisorio, consegnato ai sindacati medici dal ministro Beatrice Lorenzin in occasione di una riunione tecnica al dicastero, «infoltisce» dunque la lista degli esami «sorvegliati speciali» rispetto alla prima bozza resa nota dai sindacati prima della pausa estiva e che indicava 180 prestazioni. Il documento precisa dunque, accanto ad ogni prestazione citata, le «condizioni di erogabilità», ovvero i criteri in base ai quali il medico può prescrivere al paziente quella determinata prestazione a carico del Servizio sanitario nazionale. Per quanto riguarda ad esempio le condizioni di erogabilità delle prestazioni odontoiatriche, potranno usufruirne gratuitamente - oltre ai già previsti interventi legati alla prevenzione - i bambini da 0 a 14 anni in condizioni di «vulnerabilità sanitaria» (ovvero, si specifica nel documento, »condizioni di tipo sanitario che rendono indispensabili o necessarie le cure odontoiatriche«) o di »vulnerabilità sociale« (ovvero »condizioni di svantaggio sociale ed economico che impediscono l’accesso alle cure odontoiatriche a pagamento per gli elevati costi presenti nelle strutture private«). Anche per l’erogazione delle dentiere sono previsti gli stessi criteri. È comunque garantita a tutti i cittadini il trattamento delle urgenze odontostomatologiche.

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Rispetto invece a prestazioni come le risonanze magnetiche, è previsto che siano «erogabili» in particolari condizioni legate ad esempio a patologie oncologiche o traumatiche. Lungo pure l’elenco delle prestazioni di laboratorio. Tra gli esami «sotto monitoraggio», ad esempio, quello del colesterolo totale: le condizioni di erogabilità prevedono che sia «da eseguire come screening in tutti i soggetti di età superiore a 40 anni e nei soggetti con fattori di rischio cardiovascolare o familiarità per dislipidemia o eventi cardiovascolari precoci.
In assenza di valori elevati, modifiche dello stile di vita o interventi terapeutici - si precisa - l’esame è da ripete a distanza di 5 anni».


 

«Nettamente contrari» alla previsione di sanzioni pecuniarie per i medici nel caso in cui non rispettino i criteri che saranno fissati dal ministero della Salute per la erogabilità di esami e visite a carico del Servizio sanitario nazionale, e «nettamente contrari» anche a quella che si profila come una «vera e propria svalutazione del ruolo dei professionisti della Sanità». I sindacati dei camici bianchi, dalla Fp-Cgil alla Federazione dei medici di famiglia Fimmg, escono con un giudizio critico dall’incontro convocato oggi dal ministro Beatrice Lorenzin per un confronto sul provvedimento in preparazione e che si tradurrà in un decreto mirato a garantire l’appropriatezza delle prestazioni sanitarie.
Nell’ottica della razionalizzazione e contenimento della spesa, nuovi e notevoli risparmi nel settore dovrebbero infatti arrivare proprio dallo stop ad esami e visite inutili, ovvero «inappropriate», che costano ogni anno circa 13 mld al Servizio sanitario nazionale: mira a questo il decreto in preparazione, secondo quanto previsto dal maxiemendamento al dl Enti locali approvato a luglio. Ma i sindacati esprimono con forza la propria opposizione: «Abbiamo espresso perplessità e contrarietà - spiega il segretario Fp-Cgil Medici Massimo Cozza - soprattutto relativamente alla volontà di prevedere una sanzione pecuniaria per i medici. Si tratta di un meccanismo che rischia di rompere il rapporto tra medici e cittadini».
Contrarietà, aggiunge Cozza, «anche perché i cittadini dovranno pagare di tasca propria varie prestazioni in determinate situazioni, mentre altre criticità sollevate riguardano il fatto che le prestazioni prese in considerazione sono relative ai vecchi livelli essenziali di assistenza Lea che risalgono al 1996». Dubbi pure in merito ai criteri in base ai quali le Regioni saranno chiamate a garantire un’applicazione omogenea dei nuovi criteri di appropriatezza su tutto il territorio.
Duro anche il giudizio di Silvestro Scotti della Fimmg: «Siamo assolutamente critici alla previsione di sanzioni pecuniarie e alzeremo i toni della nostra protesta. Questo provvedimento rientra nella protesta che stiamo preparando nell’ambito della mobilitazione indetta dalla Federazione degli ordini dei medici Fnomceo. Così - rileva - si riduce il ruolo del medico». A questo punto, «amplieremo la nostra mobilitazione; ci saranno gli Stati generali già annunciati dalla Fnomceo e alzeremo i toni sulla perdita del ruolo medico legata al fatto che i medici debbano prescrivere come fossero dei delinquenti. Il medico, invece - sottolinea il leader sindacale - già normalmente si comporta usando criteri di appropriatezza». Anche il Sindacato medici italiani (Smi) dice «no» alla «black list sulle prestazioni: si produrranno conflitti con i pazienti, abusi interpretativi da parte delle aziende sanitarie e delle regioni, quindi un forte contenzioso amministrativo e, spesso, giudiziario».
Le proposte di modifica al provvedimento da parte dei sindacati saranno ora inviate entro venerdì, stesso giorno nel quale dovrebbero arrivare alcuni ulteriori chiarimenti da parte del Consiglio superiore di sanità che ha già espresso parere favorevole al provvedimento. Poi, secondo l’iter previsto, il provvedimento dovrebbe passare all’esame della Conferenza Stato Regioni.

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