Limiti ai pesticidi, la Provincia non decide sul Piano

Aveva annunciato le novità entro giugno

di Domenico Sartori

Che fine ha fatto il «Pan», il Piano di azione nazionale per l'uso sostenibile dei pesticidi? La questione è «calda», come ha rivelato il «mea culpa» del presidente del Consorzio Vini del Trentino, Alessandro Bertagnolli, sulla deroga concessa per il dannoso (per la salute) Clorpyrifos ethyl.

Questione calda su cui la Provincia di Trento sta prendendo tempo. Meglio, non sta rispettando i tempi che essa stessa si è data.

Il «Pan», appunto. Il decreto del Governo, in attuazione della direttiva della Comunità europea del 2009, è del gennaio 2014, e la Provincia di Bolzano lo ha già recepito nel luglio 2014. Quella di Trento ancora no, meglio non del tutto. Infatti, la giunta provinciale, solo lo scorso marzo, è intervenuta con una prima delibera che fissa le prime «azioni» previste per l'attuazione del «Pan»: formazione e prescrizioni per gli utilizzatori, i distributori e i consulenti in materia di pesticidi; informazione e sensibilizzazione; controllo delle attrezzature per l'applicazione dei prodotti fitosanitari; difesa integrata obbligatoria, etc.

Ha rinviato, invece, la decisione delicata sulle fasce di rispetto, cioè la modificazione delle linee guida fissate con la delibera 1183 del 19 maggio 2010, che indicano, ad esempio, che per contenere i rischi negativi legati alla deriva dei prodotti fitosanitari i trattamenti devono essere eseguiti in assenza di vento e ad almeno 30 metri da edifici pubblici e privati, orti, giardini, parchi, etc, fissando ulteriori limiti per le aree sensibili (scuole, asili, centri diurni), ma lasciando molta discrezionalità ai Comuni.

Nuove, più cogenti e omogenee linee guida sono dunque attese. La giunta, in marzo, si era impegnata ad aggiornare la delibera del 2010 entro il 30 giugno 2015, d'intesa con il Consiglio delle autonomie locali cui lo schema di delibera è stato presentato dal funzionario del Servizio agricoltura ancora nel mese di febbraio.

Giugno è passato, ma nessuna decisione è stata presa. Che una normativa più vincolante sulle fasce di rispetto non piaccia a parte dei frutticoltori, lo aveva spiegato lo scorso febbraio proprio al Consiglio delle autononie (di cui all'epoca era assessore alla salute) Sergio Menapace, che dal primo settembre la giunta Rossi ha deciso di insediare alla direzione della Fondazione Mach. Menapace, in quella sede, da frutticoltore, chiedendo il rinvio della decisione, aveva argomentato che «giugno è il mese in cui si è nel picco dei trattamenti». È stato accontentato.

comments powered by Disqus