La cuoca trentina in Giappone fa i canederli, ma in versione da passeggio sullo stecco

di Gigi Zoppello

Che ci fanno i bambini giapponesi con tre canederli su uno stecco? Fanno festa e mangiano il piatto tipico trentino, grazie a un piccolo bar di Kamakura ed ai suggerimenti di Cecilia Boasso.
Cuoca trentina, con esperienze in cucina allo «Scrigno del Duomo» di Trento ed al Rifugio Maranza in Marzola con Paolo Betti, Cecilia ha deciso di provare la carriera nel Sol Levante, ed è quindi in attesa di un visto di lavoro in Giappone. Nel frattempo si è stabilita nell’antica cittadina di Kamakura, famosa e molto frequentata dai turisti per gli antichi templi shintoisti e buddhisti, e soprattutto per la colossale statua del Buddha seduto (la più grande del Giappone), che è una attrazione davvero mondiale.

Nei giorni scorsi, la via principale di Kamakura era in festa: «Hanno fatto la giornata a tema “strisce”, chi era vestito a strisce otteneva sconti nei negozi, nei bar e nei ristoranti. In più era la Festa della Mamma (che in Giappone si festeggia in una data diversa dall’Italia), e due miei amici che hanno un locale stavano pensando a qualcosa di speciale per i loro clienti. Volevano fare una ricetta italiana, ma siccome ci sono altri ristoranti italiani, erano alla ricerca di una ricetta originale, di qualcosa di diverso. E ci è venuta l’idea dei canederli» dice Cecilia.
I giapponesi non ne sono sorpresi: i canederli assomigliano molto ai loro “dango”, che però sono fatti con farina di riso e spesso sono dolci (ma ci sono anche in versione salata). Cecilia ha invece suggerito un tris di canederli classici trentini: agli spinaci, ai funghi e al pomodoro, da infilzare su uno stecco e mangiare con una salsa di formaggio, o con una salsa al pomodoro, o con l’aggiunta di bacon ed erba cipollina. Ma soprattutto è l’idea del canederlo da passeggio a piacere, aggiungendo un tocco di modernità ad un piatto antico e semplice.
Un successo? «È andata bene - dice Cecilia sorridendo - mi pare che siano piaciuti molto». E chissà che a Kamakura non diventi un piatto fisso nel menu...

Non pensate ad una sprovveduta: Cecilia - origini venete - ha nel curriculum una laurea in Graphic design al London College of Communication ed un BA alla University of the Arts of London.

Ma ora punta sulla cucina: intanto lei prosegue avviando i suoi corsi di cucina italiana (per giapponesi) per divulgare la cucina trentina, che pare essere ancora sconosciuta. Una sfida non facile, viste le differenze di cultura e atteggiamento fra i due Paesi. Ma Cecilia ha la sua idea: «La cucina è cultura e la cultura va condivisa. E mentre i giapponesi imparano a fare e mangiare i canederli io colleziono idee nipponiche da portare in Trentino! Mi sto divertendo moltissimo» dice la Boasso.

Una curiosità. Non è la prima trentina a Kamakura: nella cittadina affacciata sull’Oceano vive da molti anni il trentino Francesco Baldessari, che ora si gode il riposo dopo una carriera come traduttore dal giapponese all’inglese e all’italiano. E che ovviamente si è presentato alla degustazione per provare i canederli di Cecilia, la quale ha avuto così anche un autorevole riscontro trentino in prima persona. Anche perché in Giappone lui è quasi un divo della televisione: autore di una popolarissima guida ai ristoranti "internazionali" di Tokyo, Baldessari-San è stato spesso ospite nei programmi di cucina, seguitissimi come del resto in Italia. 

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