Ai trentini piace il «dottor web»

Negli ultimi 12 mesi, quasi due trentini su tre (65%) hanno cercato sul web informazioni sulla propria salute o quella di un familiare.

È il dato che emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio di Reale Mutua che ha effettuato un’ampia indagine sulla propensione degli abitanti di Trento all’utilizzo della rete e della tecnologia in campo sanitario e nella gestione del proprio benessere.

Secondo il report, i trentini si rivolgono al web in primo luogo per cercare informazioni e consigli di autodiagnosi e per capire come affrontare una determinata patologia (73%), ma anche per ottenere indicazioni sull’utilizzo di farmaci (39%), sull’impiego di integratori alimentari nella propria dieta (27%) e sulle misure da adottare per prevenire l’insorgere di determinate problematiche (27%).

Vi è poi un 8% che pensa addirittura che, in futuro, blog, forum e siti Internet, spesso a cura di professionisti, potranno arrivare a sostituire in buona parte la figura del medico più tradizionale. Gli abitanti di Trento vedono infatti di buon occhio la sanità digitale e i vantaggi che può apportare.

Tra i servizi ritenuti più utili, la possibilità di consultare referti medici e altri documenti clinici direttamente dal proprio pc o smartphone (63%), così come quella di prenotare esami e visite specialistiche online (55%). Attenzione viene riposta anche alla telemedicina (31%), vista come valido supporto soprattutto in caso di familiari non autosufficienti.

Il vantaggio maggiore? Per il 65% la comodità, intesa soprattutto come risparmio di tempo che risulta dal non dover fare code o doversi recare nella sede.

A fronte di questo, tuttavia, i trentini hanno individuato anche possibili svantaggi: il limite principale è l’esclusione degli utenti che non padroneggiano il digitale (47%), mentre il 10% lamenta l’assenza del contatto personale con professionisti in grado di dare istruzioni o risolvere problemi specifici. Quanto ai dispositivi indossabili, come bracciali o orologi, i trentini si dimostrano  aperti all’innovazione: quasi uno su due (45%) si dice propenso ad utilizzarli. Di questi, il 47% li utilizzerebbe per monitorare i parametri vitali e fisici (come ad esempio, pressione, frequenza cardiaca), il 39% per supportare lo svolgimento di un’attività fisica corretta, contrastando la sedentarietà, e un ulteriore 24% come promemoria per l’assunzione di farmaci.

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