I consigli alla donna di casa «Un manifesto sessista»

di Nicole Vuillermin

È ancora oggi in circolazione un vecchio manifesto dedicato a «La sicurezza della donna in casa» e diffuso a quanto pare oltre dieci anni fa dall’Azienda per i servizi sanitari, con sottoscrizione di assessorato alle politiche per la salute e consigliera di parità. Un manifesto che non è passato inosservato.

La giovane trentina Martina Broll si trovava nella sala d’attesa di uno studio medico di Pergine, quando a catturare la sua attenzione è stato proprio il contenuto del poster: «Vado dai medici di base di Pergine per un mal di stomaco, vedo questo poster e mi viene un’ulcera. Ma si può, nel 2018, aff(l)iggere i muri con messaggi retrogradi, maschilisti e patriarcalisti mascherati sotto le spoglie di vademecum per la sicurezza?», ha scritto sfogandosi su Facebook. La ragazza decide quindi di chiedere lumi sul manifesto nonché la rimozione, contattando direttamente anche l’assessora provinciale alle pari opportunità Sara Ferrari.

Il vademecum sotto accusa evidenzia «alcuni comportamenti ed accorgimenti per non correre rischi nell’ambiente domestico» rivolgendosi alle donne ed elencando consigli quali: «Chiudi sempre i pensili: gli spigoli sono pericolosi», «Non stirare con mani o piedi bagnati», piuttosto che «Applica tappetini antiscivolo o maniglie di appoggio alla vasca da bagno, soprattutto se ci sono anziani», e via dicendo.

«Un cartellone estremamente sessista e dannoso per le pari opportunità», ha denunciato Broll: «Non so chi lo abbia creato e approvato ma si tratta di un messaggio che era -forse- accettabile negli anni Cinquanta ma ad oggi del tutto anacronistico. Il messaggio che passa è che siano solo le donne a doversi occupare della cucina, della cura dei bambini, della cura della casa, relegate quindi all’ambiente domestico».

Osservazioni che la ragazza ha girato direttamente anche all’assessora Sara Ferrari, la quale estranea ai fatti e concordando sul taglio discutibile del manifesto, ha appurato l’origine del vademecum, partorito durante la precedente legislatura, commentando: «Al di là del fatto che sia rimasto affisso per tutto questo tempo, lo stupore che genera oggi la dice lunga sulla strada che si è fatta in dieci anni, perché se quello era comunque un manifesto utilizzato dalla precedente legislatura di centrosinistra per suggerire alcune regole, il fatto che susciti ancora sconcerto misura quanto, anche dal punto di vista culturale, è stato fatto sul tema della parità di genere».

Nulla ne sapeva neppure l’attuale consigliere di parità Emanuele Corn, il quale ha comunque affermato di «capire la segnalazione e l’indignazione, ben venga che un manifesto di questo tipo tocchi le coscienze su questo tema».

comments powered by Disqus