Che riunione di famiglia I Pisetta a pranzo in 140

di Giacomo Poletti

Una famiglia composta da 275 persone è già una gran rarità: se poi discendono tutte da una unica coppia, Giuseppe e Fiore Pisetta, allora un pranzo insieme - anche se a partecipare sono «appena» in 140 - si trasforma in un raduno indimenticabile. Ed è quello che è successo nei giorni scorsi al ristorante La Terrazza di Piné, dove si sono ritrovati buona parte dei Pisetta discendenti da una unica coppia di avi di Canova, che visse all’inizio dello scorso secolo. Ora i discendenti sono sparsi a Canova e Gardolo, in Trentino, in Lombardia e persino in Belgio.

La distanza e le frontiere però non hanno fermato la voglia di vedersi, con parenti accorsi persino dalle Ardenne. «Nel 1903 i nostri antenati, marito e moglie, scesero da Albiano acquistando per 20.436 corone austro-ungariche un appezzamento e l’unico maso ai tempi presente in zona, corrispondente oggi al cosiddetto “cason” di fronte allo sbocco sud di via Paludi» spiega Tiziana, che per ironia della sorte porta anche lei il cognome cembrano, ma non fa parte della stirpe di Giuseppe e Fiore: lei è «semplicemente» la moglie di Giuseppe, figlio a sua volta di uno dei tredici eredi della coppia alla base dell’albero genealogico smisurato.

Un primo ritrovo della «dinastia» con cugini, nipoti e pronipoti del trisavolo Giuseppe venne organizzato già una ventina di anni fa. Ma domenica il pranzo ha davvero superato di gran lunga il precedente, una sorta di guinness dei record delle riunioni familiari la cui organizzazione ha richiesto circa tre mesi fra ricerche e inviti. Una storia nata oltre un secolo fa che merita di essere raccontata: «Fiore Filippi e Giuseppe, una volta arrivati a Canova, iniziarono a coltivare la terra assieme ai primi cinque figli, vendendo gli ortaggi al mercato di Trento» spiega Tiziana. «Il clima, nonostante le difficoltà e la fame come costante, era di estrema condivisione. Col tempo arrivarono altri figli e mamma Fiore si dice cucinasse enormi paioli di polenta, a volte persino due per pasto per sfamare oltre ai figli i mezzadri e le persone bisognose».

C’è poi la musica: «In quel maso non mancava mai, alcuni dei figli suonavano mandolino, chitarra e fisarmonica, una passione trasmessa ai nipoti che fondarono il gruppo musicale dei Luremal, che negli anni ‘70 riscosse un certo successo a livello regionale. Altri “Pisetta” fecero parte di cori della montagna e della banda di Gardolo».

Al super-pranzo, ognuno dei Pisetta ha intrattenuto i familiari a modo proprio. Dalle gag dei più giovani fino ad una pièce teatrale in dialetto incentrata sull’origine e la storia del cognome, diffuso in val di Cembra ma non solo. E poi la mini «lotteria» preparata dai nipoti, le ricostruzioni genealogiche con tanto di documenti originali e l’obbligatoria foto di gruppo, in riva al lago delle Piazze. A partecipare alla giornata anche Letizia, l’unica cugina diretta (figlia del fratello Marino) del trisnonno Giuseppe, ed il piccolo Giovanni di appena sedici mesi, rappresentante della quarta generazione. Sarà forse suo il compito futuro di perpetuare il divertente mega-raduno? Ai posteri - è proprio il caso di dirlo: non mancheranno - l’ardua sentenza.

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