Francesco Mongillo: sulla Bmx alla conquista del mondo

di Nicola Guarnieri

La bici è decisamente datata (è nata 40 anni fa negli Stati Uniti) ma, opportunamente riadattata e spinta alle evoluzioni per ragioni di sport e spettacolo, dimostra di essere ancora in forma e decisamente al passo con i tempi moderni. Il velocipede in questione è la mitica Bmx che, grazie alla disciplina del «freestyle», sta riscuotendo successo in tutto il mondo. Tanto da assicurarsi un proprio circuito di Coppa del mondo ufficiale affiliata alla Federciclismo e addirittura un posto al sole sotto i cinque cerchi olimpici.

Oggi, per capirci, esordirà a Hiroshima, in Giappone, proprio il mondiale di «freestyle» che si giocherà su cinque tappe (oltre al Sol Levante ci saranno gare in Cina, Francia, Canada e Ungheria). In base al ranking, dopo, si accederà alle Olimpiadi di Tokyo 2020. La nazionale italiana partecipa alla competizione per la prima volta e tra i cinque atleti convocati per le evoluzioni ciclistiche con la maglia azzurra c’è anche un roveretano, Francesco Mongillo, che compirà 21 anni proprio alla vigilia della Coppa del mondo.

Il giovane biker lagarino, dunque, da oggi a novembre sarà impegnato in giro per il pianeta a volare e piroettare in aria con la propria bici per cercare un posto d’onore in una delle discipline più spettacolari e apprezzate a livello internazionale. Per la manifestazione in Oriente, il commissario tecnico della nazionale Francesco Gargaglia come detto ha convocato cinque atleti: Alessandro Barbero, Emanuel Bettassa, Vittorio Ludovico Galli e Francesco Mongillo. Quest’ultimo, unico trentino, corre da pochissimo tempo per una squadra roveretana che, pur non essendo inserita nei circuiti d’élite, può già vantare un ciclista mondiale. «Ma non sono professionista. Però adesso sono iscritto ad una squadra sportiva associata alla Federciclismo perché è obbligatorio. Per fortuna il team è di Rovereto».



Le sue coreografie di freestyle, fino ad oggi, sono state ammirate dai followers in Internet ma adesso si fa sul serio visto che in ballo ci sono medaglie, una maglia tricolore e magari un posto alle Olimpiadi. «Sono troppo contento. Ora si fa sul serio tanto più che i mondiali, che fino all’anno scorso si disputavano su una sola tappa in Cina, quest’anno saranno su cinque tappe».

E poi c’è il sogno olimpico. O no?

«Altroché! L’anno prossimo ci saranno le selezioni per le Olimpiadi basate sul ranking. Purtroppo sono ammesse solo dieci nazioni e come Italia non siamo sicuri di esserci. Speriamo».

A Hiroshima speranze di medaglia?

«Mah, non andiamo per vincere, si punta a un buon risultato perché è la prima volta che partecipiamo. Servirà a imparare a gestire lo stress.  Ma già il fatto che sia una prima esperienza è positivo».

Com’è «ballare» in aria con una bicicletta?

«Forte. La Bmx è spettacolare. Diciamo che è un’evoluzione delle bici da cross e il freestyle è un divertimento unico».

Dove ci si allena?

«Purtroppo a Rovereto non c’è una struttura per allenarsi e pure nel resto del Paese non è che si gongoli. In Italia ci sono solo due tracciati da freestyle, a Milano e Varese, e sono privati. Da noi c’è un impianto a Trento di cemento, uno bello a Riva del Garda oppure si deve andare ad Innsbruck».

Se la nazionale tira bene cosa cambierà per te?

«Dovrò pensare a dove andare ad allenarmi».

Da noi ci sono atleti forti che praticano questo sport?

«A Roverto c’è un ragazzino di 13 anni che cresce bene e me lo tiro sempre dietro perché promette davvero. Poi ce n’è uno a Volano e ci sono altri  due a Villa».

La Bmx, insomma, ha futuro?

«Sì anche se si pratica di più “street” rispetto al “park”, che è la mia disciplina e che richiede rampe alte. Nello “street” si possono sfruttare i muretti in città».

Al di là di tutto, avanti con la maglia azzurra e la Coppa del mondo.

«Sono veramente contento che tutti questi anni di sbattimento con viaggi a scrocco e dormire ovunque siano serviti. E poi faccio i 21 anni il 5 aprile in Giappone».

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