Si conclude la saga dell'asteroide: lo spot «trentino» di Buondì

Finale, ovviamente, con il botto per la campagna pubblicitaria del Buondì Motta. Oggi è stata messa online l'ultima puntata di quella che è diventata nei mesi una vera e propria saga, capace di far discutere, ridere, indignare e, nella maggior parte dei casi, far urlare alla genialità. Si tratta di un vero e proprio cortometraggio, che ripercorre le puntate precedenti, con il solito mix di ironia e irriverenza, senza dimenticare un pizzico di marketing. E come sempre c'è la firma trentina, quella di Simone Masè, manager e Ceo dell'agenzia Saatchi & Saatchi Italia. 

Ecco il nuovo e ultimo spot: 

LA PAGINA FACEBOOK DI BUONDI'


Non importa che se ne parli bene o male, l'importante  è che se ne parli. La frase di Oscar Wilde è diventata una delle regole  del marketing. E nel caso del Buondì Motta se ne sta parlando tantissimo. 

Forse troppo, visto che in fin dei conti si tratta «solamente» di uno spot.  Ci riferiamo alla pubblicità della popolare marca di dolciumi: la loro brioche è diventata un vero e proprio caso, che ha occupato le pagine di  tutti i quotidiani nazionali e scomodato decine di personaggi noti soprattutto  nel mondo dei social network (un nome su tutti, Selvaggia Lucarelli) che  si sono sentiti ovviamente in dovere di dire la loro in merito alla polemica.  E a godere di tutta questa popolarità e di tutto questo parlarne, bene  o male non importa, è ovviamente l'azienda, ma anche chi lo spot lo ha  prodotto, ovvero la Saatchi & Saatchi Italia, il cui neo amministratore  delegato è il trentino Simone Masè. Il manager 46enne è stato nominato  Ceo dell'agenzia il 30 maggio scorso e questo è dunque il suo primo importante  successo nel nuovo ruolo. E verrebbe da dire che Ugo Rossi ci aveva visto  giusto quando gli aveva affidato, a fine 2015, l'incarico di manager per  la promozione del brand Trentino.

La collaborazione con il professionista  che in passato si è occupato di Heineken, di Pinko e delle attività di  sponsorizzazione di Inter, Juventus e Napoli, sarebbe dovuta durare due  anni, ma a giugno 2016 le dimissioni. Dimissioni in totale amicizia e sintonia,  visto che nel 2017 allo stesso Masè è stato assegnato un incarico per 40  mila euro lordi per il progetto di corporate branding.  Provincia o no,  il «boom Buondì» ha sicuramente assicurato al manager tanti lavori e collaborazioni  future. Come accennato lo spot sta facendo discutere tutta Italia, diventando  virale. Ovvero il sogno di qualsiasi pubblicitario. Merito di 30 secondi  di filmato, di cui gli ultimi 14 a immagine ferma e fissa con la foto della  brioche e la scritta «la pubblicità riprenderà il più presto possibile».  Nei primi 16, invece, si assiste a una scena tra mamma e figlia (nel secondo  spot tra padre e figlia) in un contesto idilliaco, da «mulino bianco» verrebbe  da dire se non si parlasse di aziende concorrenti. Il surreale dialogo  tra bimba e mamma, entrambe volutamente antipatiche, finanche odiose tanto  perfette, saccenti e pedanti, viene interrotto da un asteroide che letteralmente  disintegra la mamma. E qui apriti cielo: proteste delle associazioni, sdegno,  lamentele. «Una mamma che muore così?», dicono, parlando addirittura di  violenza nelle immagini rivolte anche ai bambini. Dimenticando, forse,  cartoni animati come Tom & Jerry o Willy Coyote e Beep Beep, dove esplosioni,  strangolamenti e accoltellamenti sono in ogni puntata. 

Chi difende la  Motta, e quindi l'agenzia di Masè, coglie invece l'ironia, la genialità  e la presa in giro di alcuni stereotipi presenti nei due spot (nel secondo  la scena è simile, ma è il papà ad essere schiacciato dall'asteroide).  La pubblicità è stata lanciata il 27 agosto. Da allora, come accennato,  titoli, polemiche, analisi sociologiche e antropologiche. Giornalisti,  blogger, politici si sono scatenati sviscerando quei trenta, o meglio sedici  secondi di spot. Per la gioia, appunto, di Simone Masè, che dopo questo  colpo clamoroso verrà colpito da un asteroide di... incarichi.         

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