Il sogno di ballare più forte della carrozzina Sette piccole ballerine a Lavis

di Matteo Lunelli

A Lavis c’è una squadra bellissima, la più bella e forte di tutte. Sono delle ballerine, hanno tra i 6 e i 13 anni, e si allenano e imparano ogni giovedì: impazziscono per le coreografie con la musica di Justin Bieber, come ogni ragazzina, e a maggio avranno il loro saggio, con Pippi Calzelunghe e una canzone di Paolo Nutini. Loro sono sette, sette piccole guerriere, e la loro storia riempie il cuore di speranza (e anche gli occhi di lacrime, ma di quelle belle, quelle positive): perché le nostre ballerine preferite, e scommettiamo che diventeranno anche le vostre, hanno una serie di disabilità, sono in carrozzina, ma da ottobre hanno iniziato una nuova esperienza, senza barriere, senza limiti e senza paura. Come tutte le loro coetanee sognavano di ballare e oggi possono farlo. Il tutto grazie a tanto coraggio, da parte loro, delle loro famiglie e di chi ha reso possibile l’esistenza di questa squadra, ovvero la Scuola di danza Ritmomisto.

La danza, che sia vista come sport, come arte o come passatempo, è di tutti e per tutti e questo gruppo di sette ragazzine ne ha saputo cambiare l’accezione: un’attività sinonimo di perfezione fisica e atletica, nella quale per arrivare al top bisogna spremere il proprio corpo, è invece per tutti.  

Come spesso accade le storie più belle nascono per caso. Questa, in particolare, nasce con un messaggio su WhatsApp. «Ciao, volevo dirti che vorrei tanto fare danza». La frase è di Serena, una bambina di 7 anni. Una normalissima frase per un bimba che, come tante, sogna di ballare. A raccogliere l’appello è Giulia Guglielmetti, una fisioterapista di neuropsichiatria infantile dell’Azienda sanitaria. Lei lo fa avere a Paulo Henrique Cruz, un insegnante di Capoeira che lavora alla scuola Ritmomisto. Lui e Giulia vanno da Manuela Zennaro, cuore e anima di Ritmomisto.  

«Quel messaggio mi ha fatto emozionare. C’era bisogno di capire come fare, di trovare un posto, di valutare, ma per me la risposta era affermativa».
Siamo ad agosto e l’obiettivo è realizzare il sogno della piccola Serena. L’obiettivo è far ballare Serena. Proprio in quei mesi l’associazione sta cambiando sede e in quella nuova gli spazi ci sono: spogliatoi più ampi, sale comode e il montascale per quei dieci gradini che portano appunto alla palestra. «Abbiamo coinvolto un’educatrice, Federica Coser, e un’allieva, Ilenia Zambaldi. Giulia ha parlato con il direttore di Neuropsichiatria Stefano Calzolari, che all’idea ha risposto “Perché no?”. Giulia poi ci ha spiegato che queste bimbe non hanno bisogno di un allenamento con la fisioterapista, che gli dica questo sì e questo no, o di fare un movimento o l’altro: per questo hanno già i corsi “medici”, mentre noi potevamo offrire loro qualcosa in più, in una forma di integrazione totale. Così con un po’ di incoscienza, con la paura di dire o fare qualcosa di sbagliato, siamo partiti, sapendo che non sarebbe stato facile ma che era possibile». 

Quel «vorrei tanto fare danza» diventa realtà: altre piccole ballerine, di Trento, della Valsugana, della Rotaliana, vengono coinvolte e si forma la squadra. Ci sono bambine in carrozzina o ipovedenti o con altre disabilità fisiche e mentali, ma questo non impedisce di ballare. «Lo dice il nome, ritmomisto: c’è un misto di problematiche, ma quello che importa è il ritmo da seguire». Ogni giovedì le sette, le «Seven Fighters», possono stressare mamma e papà «Dai, veloci, che oggi ho danza».

Il ritrovo è naturalmente a Lavis: prima le classiche chiacchiere in spogliatoio, e con sette donne tutte insieme gli argomenti non mancano mai, poi si entra nella sala danza. C’è il riscaldamento, ci sono i giochi di coordinazione, ci sono gli elastici, poi si va alla sbarra. A volte si scende dalla sedia e si fanno altri esercizi, si tiene il ritmo, si balla. «Ma adesso stiamo studiando la coreografia per il saggio, è un momento attesissimo: le bimbe ci hanno già detto che hanno invitato nonni, zii, amici, parenti. Un altro aspetto molto bello è che le bambine del corso successivo vengono prima e aiutano le loro amiche, dando loro consigli e facendo gli esercizi e le prove insieme. Anche i genitori sono contenti: un papà ci ha detto che da anni provavano a farla andare più veloce con la carrozzina e adesso è un fulmine». 

Manuela Zennaro è anche una delle insegnanti che seguono il gruppo. Per lei la danza è un amore immenso, ne parla e racconta con passione. E quel gruppetto rappresenta un altro piccolo grande successo. «A noi sembra di fare poco, ci pare solo un piccolo gesto, ma comunque ci riempie di soddisfazione, perché le bimbe sono veramente una forza della natura. Poi va detto che anche in Trentino esistono i corsi di DanceAbility, non abbiamo inventato niente e non vogliamo passare per degli eroi, pur essendo orgogliosi di quello che facciamo, perché uno degli obiettivi della nostra scuola è aprire le porte a tutti». 

E ogni giovedì quelle porte si aprono eccome: sarà anche poco, sarà anche un piccolo gesto, ma in realtà è enorme, è un’enorme lezione a ritmo di danza.

RITMOMISTO A LAVIS

Sarà perché l’idea e il progetto sono nati in famiglia, ma il clima che si respira nella sede di Ritmomisto a Lavis è proprio quello di una grande famiglia, con insegnanti e ballerini, seppur con età e specialità diverse, sono accomunati dalla enorme passione per la danza. Gli iscritti sono circa 200, di cui 50 sono atleti che svolgono attività agonistica e gare. «Siamo nati nel 2001 - racconta Manuela Zennaro - perché mio papà e mia mamma si erano appassionati, un po’ per caso. Anche io e mio marito ballavamo e allora abbiamo deciso di avere un posto per allenarci e vedere poi cosa sarebbe successo».

Ed è successo che l’associazione di danza sportiva è cresciuta sempre di più e propone corsi per tutti i gusti e tutte le età, dalla moderna alla classica, dai balli di coppia alla capoeira, dal cheerleading alla zumba. «Ci sono ragazzine che si allenano anche dodici ore alla settimana e fanno gare ogni fine settimana, ma anche persone che vengono per coltivare un hobby. Dai 7 anni in su c’è posto e spazio per tutti».
La squadra è composta da sette insegnanti: cheerleading, moderna, hip hop e due classica, più Manuela e i genitori Anna e Adolfo. «Esiste una differenza tra la danza classica e tradizionale e quella sportiva, anche nell’immaginario delle persone. Però è evidente come il nostro mondo sia molto grande, basti pensare che la Fids, la Federazione Italiana Danza Sportiva, è la sesta per numeri in Italia con oltre 120 mila atleti». Per informazioni c’è il sito, sempre molto aggiornato, ritmomisto.it.

comments powered by Disqus