I 150 anni di «Piccole donne», romanzo evergreen

È stato scritto 150 anni fa, eppure resta nel cuore di tutte le donne che lo hanno letto da bambine e sembra resistere anche ai tempi dei social. Il capolavoro di Louisa May Alcott, «Piccole donne», uscito nel 1868, tradotto in 50 lingue, continua ad essere un bestseller: solo le librerie Feltrinelli ne vendono ancora oggi ogni anno oltre 4 mila copie e qualsiasi casa editrice che voglia inaugurare una collana di classici inserisce «Piccole donne» tra i titoli.

Un libro che sembra essere un evergreen anche al cinema, grazie alle numerose trasposizioni filmiche a partire dall’epoca del muto (è del 1918 Little Women diretto da Harley Knoles). Nei panni di Jo, Meg, Amy e Beth si sono cimentate famose attrici: nel 1933 Katharine Hepburn, nel 1949 Elizabeth Taylor, nel 1994 Winona Ryder e Susan Sarandon, e ora si aggiunge Maya Hawke, la figlia diciannovenne di Uma Thurman, che a breve impersonerà la coraggiosa Jo nella nuova produzione della Pbs americana.

Ambientato in America ai tempi della guerra di secessione, il libro autobiografico che racconta le vicende delle sorelle March ha appassionato e accompagnato tante generazioni di donne. L’autrice Louisa May Alcott, sostenitrice del suffragio universale esteso alle donne, scrittrice per ragazzi, ha avuto il merito di creare un romanzo dal forte substrato femminista. Le quattro protagoniste di «Piccole donne» infatti, ognuna a suo modo, perseguono la propria realizzazione, chi scrivendo, chi suonando, dipingendo o aiutando l’economia familiare.

Nata in quella che oggi è diventata la città di Philadelphia, Louisa May Alcott era figlia di un noto filosofo trascendentalista e di una madre suffragetta impegnata nel sociale. Come la protagonista del suo libro, la Alcott comincia a scrivere per bisogno, la famiglia infatti vive traversie economiche e la giovane Louisa, seconda di quattro figlie, inizia a pubblicare a pagamento brevi racconti su riviste e quotidiani. «Piccole donne» prende spunto dalla realtà della sua famiglia, composta appunto da quattro figlie femmine che vivono, con padre e madre, in un cottage a Concord nel Massachussetts.

Il romanzo è considerato tra le 100 opere fondamentali della cultura americana. La Alcott, impegnata nell’affermare i diritti delle donne e tenace abolizionista della schiavitù, scrisse molto, oltre 300 libri, ma sarà sempre ricordata solo per le quattro sorelle di «Piccole donne» e per i libri che proseguiranno la saga: «Piccole donne crescono», «Piccoli uomini» e «I ragazzi di Jo». La sua eroina Jo March, intraprendente e cocciuta fanciulla dai modi da maschiaccio, fu modellata dall’autrice su se stessa. L’unica differenza è che Jo alla fine del secondo libro si sposa, mentre Louisa Alcott, morta a 55 anni il 6 marzo 1888, 130 anni fa, non si sposò mai.

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