Il percorso «Scintilla e mattone» Dalla disoccupazione al lavoro

di Domenico Sartori

Tre donne. Tre storie diverse, accomunate da un problema: il lavoro.

Tre storie di riscatto e una lezione: la forza del gruppo è rivoluzionaria. Dai problemi che ti schiacciano si può uscire con il supporto di altre persone, che ti aiutano a riaccendere la speranza e a rinvenire risorse che mai avresti pensato di possedere.

«Sortirne insieme» avrebbe detto don Lorenzo Milani: «Ho insegnato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia». La forza del gruppo è quella del progetto sociale «Scintilla e mattone», che fa riferimento all’Istituto Gestalt di Trieste e al modello del Gestalt Empowerment elaborato da Paolo Biaiocchi e a Trento vede nel ruolo di facilitatrice, a mero titolo di volontariato, la psicologa e psicoterapeuta Elvira Prete . Incontro Doris, Daniela e Consuelo nello studio della dottoressa Prete a Solteri, dove avvengono gli incontri di gruppo.

Doris viene da Salorno. «Ho studiato, quindi aperto uno studio di comunicazione aziendale. Poi, è arrivata la maternità, e non sono più riuscita a gestirmi, a rispondere alle richieste veloci dei clienti: mi sono letteralmente paralizzata, bloccata, avevo perso il sogno». Poi, cos’è successo? «Con il gruppo, ho capito che trovavo mille scuse, pretesti, e che invece la responsabilità della situazione era mia. E che dovevo darmi da fare. Il percorso mi ha dato strumenti per reinventarmi. Meno rigida e più creativa». Doris ha investito su quello che considerava un passatempo: la vendita di prodotti cosmetici. Risultato: oggi coordina 75 venditrici, lavora da casa stando vicina alla bimba, è stata premiata per i volumi di vendite. E ha riattivato la partita Iva per la consulenza in comunicazione, selezionando i clienti. «Un buon equilibrio, ho fatto una cosa che mai avrei pensato di fare».

Daniela vive Trento. Alle spalle, il sogno infranto dell’azienda di famiglia costretta alla chiusura. «Dagli altri del gruppo, che ti fanno da specchio, ho capito che le mie paure non erano solo mie. È stato un sostegno non indifferente, per di più gratuito» racconta Daniela, spiegando di avere seguito altri corsi, «da 150 euro al giorno, inutili. Un sostegno quando sei più vulnerabile, in una fase di cambiamento». Anche Daniela, plurilaureata, aspirava al posto fisso, a tempo indeterminato: fare la docente di inglese. Ma ogni rigidità è caduta. Per passione, praticava yoga e aveva frequentato una scuola di terapia cranio-sacrale. Il gruppo l’ha consigliata pure sui depliant per lanciare la sua attività. Oggi, Daniela ha due studi di terapia, a Trento e a Pergine, promuove corsi di yoga a pagamento e insegna inglese, come supplente.

Consuelo, pure lei di Trento, invece un lavoro ce l’ha, ma forzatamente ridotto a 24 ore la settimana, con contratto di solidarietà. L’azienda è in difficoltà e il destino è segnato: il prossimo anno sarà chiusa. «Era tutto certo per me» dice oggi «lo studio prima, poi il posto fisso a tempo indeterminato, il matrimonio. Mi sono ritrovata sola, e con la prospettiva di perdere il lavoro». È stata un’amica a consigliarle «Scintilla e mattone». «Ho capito» spiega «che non sono sola, che mi devo muovere prima della catastrofe. Che, sì, ho studiato da segretaria aziendale, ma posso fare altro. Adattandomi: pulizie, volantinaggio, sostegno ad un’amica che promuove eventi. Ho sviluppato una forte determinazione e volontà».

Elvira Prete la chiama «volontà amorevole», frutto del sostegno attivo del gruppo che aiuta vincere le emozioni negative come la colpa («se non avessi fatto questo o quello») e la «deflessione», che ti porta a credere, con la mente, di fare e agire (per esempio inviare curriculum, contattare l’Agenzia del lavoro), quando in realtà non ti muovi e subisci gli eventi. Il percorso di «Scintilla e mattone», avviato in Trentino nel 2016, è al capolinea del terzo anno: neanche un euro di aiuto pubblico, solo il sostegno di alcuni anonimi mecenati privati.

Prevede 12 incontri: 9 da 2 ore («per riaccendere la speranza») e 3 workshop di 4 ore, «per riflettere, crescere e potenziare le quattro intelligenze: cognitiva, emozionale, sociale-comunicazione ed esistenziale. Le emozioni sono un passaggio cruciale» spiega Elvira Prete «perché, se non trovi lavoro o lo perdi, c’è un boomerang emozionale fortissimo: c’è chi si chiude nell’ingiustizia o nel lamento, e cerca le cause esterne; chi si blocca, si vergogna e si rassegna. In ogni caso, una situazione di immobilismo, e il passaggio alla depressione è breve». Otto-dieci persone per gruppo, un centinaio quelle coinvolte nel 2016, una sessantina nel 2017, più quattro gruppi attivi quest’anno. Di ogni età, dai 23 ai 65 anni, per il 65% donne. Sono i numeri di «Scintilla e mattone». Con quale risultato? «Il 75% si è attivato, ha trovato una soluzione occupazionale, a termine o a tempo indeterminato. Ha appreso come essere responsabile del proprio destino professionale e che è possibile cambiare prospettiva e il corso degli eventi».

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