L'alimentazione vegetariana non piace alla Provincia No alla mozione Bezzi. E Borga: vegan contro natura

La Provincia non intende promuovere fra i cittadini le conoscenze e le opportunità riguardanti una scelta alimentare vegetariana o vegana. Tuttavia, l'offerta turistica trentina deve tenere in debito conto questi stili di vita.

È il senso del poco che rimane, dopo l'esame e il voto in consiglio provinciale, della mozione proposta dal consigliere di Forza Italia Giacomo Bezzi, che sottolinea, fra l'altro, l'aumento fino all'8% attuale della quota di italiani che segue queste diete.

L’assemblea legislativa, però, ha assunto una linea decisamente conservativa: infatti ha approvato solo l’ultimo punto del dispositivo, che prevede appunto la valorizzazione delle diete vegana e vegetariane nell’offerta turistica.

Bocciati gli altri tre punti e la premessa del documento.

Particolarmente accanito il consigliere Rodolfo Borga di Civica Trentina, secondo il quale «la dieta vegana è un'ideologia che sovverte l’ordine naturale al vertice del quale sta l’uomo». Borga, accusando i vegani di considerare «gli uomini inferiori alle bestie» ha parlato anche di alimentazione dei bambini difendendo il consumo di carne rossa e la necessità che la Provincia autonoma sostenga gli allevatori trentini.

Nella mozione, Bezzi rileva fra l'altro che secondo un sondaggi, il 46,7% degli intervistati spiega la scelta di non mangiare carne (e nel caso dei vegani neanche altri prodotti di origine animale) prevalentemente per ragioni di salute e benessere , il 30%, per sensibilità nei confronti degli animali,  il 12% per lo più pensando al minor impatto sull'ambiente naturale che hanno queste opzioni alimentari.

Sottolineando l'importanza crescente di questi comportamenti, Bezzi osserva: «Si dovrebbe favorire e sostenere questa economia innovativa che potrebbe servire da motore nel trovare un'idea imprenditoriale.

Interventi in questo settore, inoltre, potrebbero portare anche a nuove forme di turismo, legate a strutture ricettive che offrono esperienze di alimentazione vegetariana e vegana nell’ambito di una offerta di benessere e wellness generale, secondo un'ispirazione olistica.

Il sostegno a questo tipo di alimentazione dovrebbe infine trovare spazio nelle politiche provinciali in materia di istruzione, sanità, promozione di prodotti agricoli e agroalimentari e consumo consapevole, in quanto un’alimentazione sana ed equilibrata, ispirata al rispetto della natura e dell’ambiente, è certamente garanzia di salute e benessere sia personale che collettivo».

Tutte considerazioni bocciate dall'aula: eleoquente la posizione espressa dall'assessore al turismo e all'agricoltura, Michele Dallapiccola (Patt), che ha bollato la proposta come un sostegno ad «atteggiamenti non scientifici ma filosofici» cui l'ente pubblico non può aderire. Dallapiccola, pur cogliendo lo spirito psoitivo che muoveva Bezzi, ha richiamato «gli indirizzi del dipartimento della conoscenza e l’esperienza, per un apporto calorico equilibrato e variegato alla base di un’alimentazione sana», escludendo dunque che quest'ultima si verifichi nel caso del vegetarismo.

Di parere diverso Violetta Plotegher (Pd) secondo la quale la mozione offre ai cittadini una reale opportunità di educazione alimentare. «Eccessi di tipo ideologico possono nuocere, come possono nuocere alcune diete vegane sbilanciate, ma la mozione impegna a ragionare in termini di educazione alimentare. L’alimentazione vegetariana e vegana, se ben equilibrata, aiuta a combattere alcune malattie cardiovascolari, metaboliche e neoplastiche», ha concluso l'esponente della maggioranza, senza evidentemente riuscire a convincere i colleghi della coalizione.

A favore della proposta Bezzi si è espressa dall'opposizioone anche Manuela Bottamedi (misto), sottolineando che la dieta vegetariana e vegana ha fondamenti medici. «Basti pensare - ha ricordato - alla posizione del professor Veronesi». La consigliera ha chiesto il voto per parti separate, ricordando che un punto della mozione Bezzi riguarda la possibilità di introdurre la dieta vegetariana nelle mense scolastiche. Da condividere, secondo la consigliera, anche la parte che riguarda l’introduzione delle diete vegane nelle strutture di accoglienza turistica.

In definitiva, il consiglio provinciale ha bocciato il nucleo principale della mozione pro vegetarismo, cioè la premessa e l'invito a un'azione politica illustrata nei seguenti tre punti:

1) promuovere, anche nell’ambito delle politiche provinciali relative all’istruzione e alla salute, la differenziazione delle diete alimentari, valorizzando in particolare quelle di carattere vegetariano e vegano;

2) valorizzare i prodotti usati nell e diete vegetariane e vegane a nche in sede di politiche provinciali connesse alla promozione dei prodotti agricoli e ag roalimentari a basso impatto ambientale e per l’educazione alimentare e il consumo consapevole;

3) promuovere e sostenere iniziative che propongono un’alimentazione di tipo vegano o vegetariano, in particolare nell’ambito della ristorazione e dell’offerta ricettiva turistica.

Via libera soltanto (22 voti sì, 4 no e 4 astenuti) all'ultimo punto, quello meno rilevante nella sostanza, che invita l'ente pubblico a «valorizzare nuove forme di offerta turistica, che propongono esperienze di alimentazione vegetariana e vegana all’interno di una esperienza di benessere e wellness generale, secondo un’ispirazione olistica».

Frattanto, i preparati vegetariani e/o vegani entrano nel nuovo paniere Istat per il calcolo dell’inflazione. Ad entrare sono 12 nuovi beni e servizi: oltre ai prodotti vegani, i preparati di carne da cuocere, i centrifugati di frutta e/o verdura al bar, la birra artigianale, gli smartwatch, i dispositivi da polso per attività sportive, le soundbar (barre amplificatrici di suoni), l’action camera, le cartucce a getto d’inchiostro, le asciugatrici, le centrifughe e i servizi assicurativi connessi all’abitazione.

LA MOZIONE

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