Campioni nel gioco di Harry Potter Due trentini nell'Italia del Quidditch

Oriana Pallaoro e Alberto Nicolini sono ai massimi livelli nazionali

Anche i babbani possono praticare gli sport dei maghi. La dimostrazione è il Quidditch, il gioco magico praticato da Harry Potter nella famosa serie di libri e film: a cavallo di manici di scopa volanti i protagonisti della saga si sfidavano nel campo presso la scuola di Hogwarts. Sempre con una scopa, o meglio un bastone, tra le gambe, ma ovviamente senza volare e senza usare trucchi e bacchetta magica, anche le persone «normali» possono dedicarsi a questa attività, una sorta di mix tra rugby, pallamano e pallacanestro. In realtà il gioco è nato molto prima del libro.

A Trento nei mesi scorsi è nata una squadra, l'Aquilae Tridentum, composta da una decina di persone che si allenano al parco Santa Chiara. Poi ci sono Oriana Pallaoro e Alberto Nicolini, due giovani trentini, vent'anni lei, ventitrè lui, che studiano a Bologna e giocano negli Hinkypunks, la squadra della città, che ha anche un secondo nome, ben più emiliano, ovvero «Tortellino d'Oro», con riferimento anche al Boccino d'Oro, uno dei tre tipi di palle che si usano nel gioco (le altre sono la pluffa e i bolidi).

«Ho conosciuto questo sport qualche anno fa tramite internet - ci spiega Alberto Nicolini - e ho provato a creare una squadra a Trento, senza riuscirci. Poi mi sono trasferito a Bologna per l'università e insieme ad altri ragazzi abbiamo fondato gli Hinkypunks. Oriana la conoscevo tramite amici in comune e quando è venuta a Bologna a studiare l'ho coinvolta nella squadra: lei era appassionata di Harry Potter, ma poi le è piaciuto tantissimo anche il Quidditch».

Le è piaciuto ed è anche diventata brava: «Decisamente: dieci giorni fa è stata convocata in nazionale e ha partecipato ai campionati Mondiali a Francoforte. Sono andato anche io come supporter, mentre l'anno scorso ho anche giocato. Siamo arrivati tredicesimi, un buon risultato». L'oro è andato all'Australia, che nella finalissima ha battuto i campioni in carica degli Stati Uniti, che per la prima volta nella storia hanno perso una partita di livello internazionale. Sul podio anche il Regno Unito, vera patria di questo sport. Sì, perché il Quidditch è uno sport vero e proprio: a volte si tende a pensare che sia solamente una sorta di omaggio alla saga del mago più famoso del mondo, ma non è così.

«È vero, a volte si sminuisce un po' il tutto. In Italia c'è un'associazione nazionale e un campionato con otto squadre. Il gioco è estremamente divertente, bisogna correre e anche fare i contrasti». I due trentini, tra un esame e l'altro (scienze dell'educazione lui, scienze politiche lei), si dedicano agli allenamenti: giocano entrambi nel ruolo di cacciatore, anche se Nicolini ha un passato come portiere.

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