Musica, dopo 78 anni il Bolero di Ravel è di dominio pubblico

Dopo 78 anni e 120 giorni di tutela, tra durata legale e «prolungamento di guerra» stabilito per compensare le perdite legate agli anni dei grandi conflitti, il Bolero di Maurice Ravel è ufficialmente diventato di dominio pubblico il 30 aprile scorso.

I diritti del celebre brano sinfonico, che negli scorsi anni era ancora tra le cinque composizioni francesi che fruttavano più introiti per il copyright, alla morte del compositore erano passati prima al fratello, che il compositore morto senza figli aveva nominato suo erede universale, e poi a un complesso consorzio giuridico. Un'entità da anni oggetto di polemiche tra i giuristi e gli esperti di musica francesi, concepita dall'allora direttore giuridico della Sacem, equivalente francese della Siae, Jean-Jacques Lemoine.

«I diritti d'autore di Ravel, come la sua musica, fanno il giro del mondo, per dei canali tanto complessi quanto segreti - accusano i ricercatori  Irène Inchauspè e Remy Godeau nel libro inchiesta “Main basse sur la musique”, uscito nel 2003 - Il patto sul Bolero transita da conti anonimi, per mezzo di multiple società offshore di cui si trovano le tracce a Monaco, Gibilterra, Amsterdam, alle Antille olandesi e nelle Isole Vergini britanniche».

Il passaggio al dominio pubblico, però, non coinvolge tutte le opere di Ravel. Sempre a causa della legge sui «prolungamenti di guerra», quelle pubblicate prima del 31 dicembre 1920 sono coperte per un periodo ancora più lungo. Così, per esempio, il suo Menuet Antique, una delle sue prime composizioni, sarà «liberato» solo il 29 settembre 2022.

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