Servono nuove regole per comunicare

Scuola, genitori, ma anche aziende e, in generale, tutti gli attori della comunità hanno il dovere di fornire alle nuove generazioni gli strumenti necessari ad affrontare con consapevolezza l’attuale sistema di comunicazione. È questa la chiave per offrire ai giovani una nuova libertà, come ha spiegato Lorenzo Carpanè protagonista di “La scrittura come pratica e come metafora”


Siamo animali sociali e, in quanto tali, se cambia il nostro modo di comunicare cambiamo anche noi. È questo l’assunto fondamentale alla base del ragionamento sviluppato da Lorenzo Carpanè, formatore di tecniche di comunicazione scritta e giurato del Premio Itas Libro di Montagna, nell’appuntamento “La scrittura come pratica e come metafora”, proposto questo pomeriggio a Educa in collaborazione con Itas.

Carpanè ha presentato la forte relazione esistente tra comunicazione e il tema di questa edizione del festival: Libertà e Regole. E lo ha fatto partendo, in maniera giocosa, da quelli che potrebbero essere considerati, secondo le attuali regole di scrittura, gli errori grammaticali di Petrarca e Leopardi per arrivare fino ai “quori” scritti sui muri e alle nuove forme verbali improvvisate, ad esempio, sui social network. “Se quello che conta fosse solo capirsi, potrebbe essere lecito tutto – ha affermato Carpanè – ma quando parliamo di lingua e del rapporto fra libertà e regole non possiamo fare un discorso puramente normativo, ma dobbiamo calarci nella concretezza della situazione”.

Ecco quindi che per comprendere le regole grammaticali, ma anche lessicali e di sintassi, che ci insegnano a scuola, è necessario capire l’evoluzione che ha interessato la scrittura e la diffusione dei mezzi scritti, partendo dai manoscritti che passavano dalle mani dello scrittore a quelle del lettore costruendo una relazione diretta, per arrivare alla stampa che ha inserito un intermediario tra chi scrive e chi legge rendendo necessario normalizzare la forma grafica per permettere a tutti di capire. “Si tratta di trasformazioni – ha spiegato Carpanè – che hanno prodotto cambiamenti significativi non solo nella comunicazione, ma anche nella nostra vita, ridefinendo le nostre prospettive”.

Oggi i nuovi mezzi di comunicazione hanno tolto la mediazione tra scrittura e lettura imposta dal sistema della stampa. Se da un lato questo significa che tutti possono esprimersi liberamente, dall’altro rischiamo di perderci in un mare di cose scritte. “Questo sistema ci impone di attrezzarci, di individuare un nuove regole che ci permettano di avere una nuova libertà”. Un’esigenza che diventa urgente nel caso delle giovani generazioni. “Tutti noi abbiamo il dovere morale ed etico di proporre ai ragazzi strumenti per entrare nel mondo della comunicazione consapevoli di quello che è”.

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