Tempo liberato, tempo regolato

L’organizzazione del lavoro, dei servizi (dagli asili nido a quelli della mobilità), ma anche degli spazi influenzano in modo spesso determinante la scelta di diventare genitori. L'Agenzia per la Famiglia porta al festival EDUCA racconti di vita, politiche e strumenti e nuove tecnologie in aiuto alle famiglie nella società odierna.

La narrazione di storie di vita - alcune difficili, altre possibili - è stata il punto di partenza stasera nel seminario organizzato dall'Agenzia per la Famiglia, natalità e politiche giovanili della Provincia autonoma di Trento, per un'’analisi di politiche e strumenti di sostegno alla famiglia, si è tentato stasera di capire quali siano le condizioni per una società culturalmente e concretamente capace di accogliere e sostenere il desiderio di maternità e paternità.

"Libertà e regole, tema di questa edizione di EDUCA - ha affermato Luciano Malfer - è sfidante: dentro queste due parole vi sono due dimensioni importanti che condizionano la vita delle famiglie e rispetto alle quali giocano un ruolo decisivo le politiche di conciliazione vita-lavoro. Fino a che punto il sistema permette la libertà di una coppia di costruire una famiglia? come è possibile farlo in un contesto liquido e con scenari e priorità cambiati? La famiglia è in continua evoluzione e occorre dare strumenti ai giovani per offrire la possibilità di immaginare e realizzare un progetto di vita. E' una sfida nella sfida: armonizzare i tempi di vita-lavoro non è un’"azione sociale" che l'azienda fa verso i suoi dipendenti, ma è una politica di crescita e di benessere organizzativo che può creare un sistema di opportunità economiche immenso. Sono questi temi lontani dalla media nazionale, che arretra piuttosto che avanzare. La Provincia autonoma di Trento si impegna da anni su questo fronte per creare un eco sistema, dove tutte le componenti possono concorrere a offrire servizi e aiutare le famiglie ad equilibrare i tempi di vita e lavoro. Il Jobs Act ha articoli dedicati a questo tema, ma ad oggi sono ancora fermi sulla carta. Ora si va verso lo smart working che supera le barriere di orari e modalità rigide di lavoro e va oltre il telelavoro e il part time.”

Secondo la giornalista Chiara Valentini, autrice del libro O i figli o il lavoro, in questi anni è cresciuta la sensibilità verso le donne, le discriminazioni, i pregiudizi e le ingiustizie in occasione della maternità, ma non basta. Valentini ha presentato alcuni dati Istat del 2014 sulla situazione delle donne in Italia affermando come il quadro non sia rassicurante: "tra i 25 e 54 anni le mamme con un lavoro sono solo il 55%, mentre i padri il 90%; le donne sono sempre più istruite fino a sorpassare gli studenti maschi con votazioni medie più alte: ottimi dati, salvo uno relativo al lavoro. Il 24% di esse lavorano con ruoli dequalificanti rispetto al titolo di studio posseduto. Su 10 milioni di donne il 44% ha rinunciato a lavorare a causa di gravidanze o impegni familiari: un dato allarmante che deve far riflettere. La crisi della natalità è in atto da decenni e nel 2015 sono nati solo 488.000 bambini, 15.000 in meno del 2014: la cifra più bassa da quando l'Italia è una nazione. E' un campanello d'allarme grave e, in parallelo, la popolazione invecchia progressivamente con una età media sempre più elevata. La maternità continua ad essere considerata un problema solo delle donne e penalizza infatti solo loro e non i maschi. La maternità è vista come spauracchio che porta “alla rovina” di un'azienda. Solo qualche esempio dei fattori negativi in atto: donne sottoposte a mobbing quando annunciano la gravidanza, sottoinquadrate al loro ritorno dopo la maternità, selezioni di lavoro condizionate dall'avere un fidanzato o, peggio, un marito e figli. Altro punto dolente, la mancanza di politiche efficaci in Italia, rispetto ai traguardi di eccellenza del Trentino. Il congedo parentale non va meglio, visto che l'attesa riforma del Parlamento, che prevedeva un innalzamento dei giorni, non è mai arrivata, rispetto agli altri Paesi europei ben più avanzati su questo ambito.”

La giornalista Adele Gerardi, autrice del libro Figli e lavoro si può, come il volume sia nato proprio su stimolo di quello della Valentini: "l'obiettivo era provare a dire che il concetto “o i figli o il lavoro” almeno in Trentino è stato superato. E' un libro collettivo che raggruppa storie vere di donne e uomini trentini, come quella di una donna single che – grazie alla sensibilità del suo datore di lavoro – ha potuto prendere un bambino in affido; o un ex campione sportivo diventato paraplegico che, sempre grazie alla sua società, ha potuto mantenere la sua occupazione con il “telelavoro” da casa, continuando a sentirsi vivo e attivo per la comunità. O un altro uomo che, per stare vicino a due figli piccoli, ha chiesto il telelavoro con risultati ottimi per l'equilibrio dei suoi tempi di vita. Il libro tratta anche del registro delle co-manager dove una donna, alla terza gravidanza, ha trovato un'altra imprenditrice in grado di sostituirla. Il volume porta un raggio di speranza alle famiglie e alle aziende che hanno certificato miglioramenti nel benessere aziendale, dopo l'introduzione del marchio Family Audit e le azioni di conciliazione vita-lavoro.”

Chiara Valentini ha commentato: "il libro della Gerardi mi ha colpito ed emozionato in particolare la storia di un'altra co-manager, che ha trovato un nuovo lavoro, grazie a questo registro, che le ha nuovamente donato dignità, autonomia e autostima; o quella di Barbara che ha cercato un bambino in adozione e, grazie alla sensibilità della sua azienda e alla flessibilità degli orari sul lavoro e della scuola materna, ha potuto gestire il figlio e la sua attività lavorativa al meglio. Tanti tasselli di storie, come l'Azienda provinciale per il Servizi Sanitari che ha attivato un nido aziendale interno full time dalle ore 8.00 alle 21.00 per i propri dipendenti a prezzi agevolati. Il telelavoro è un altro strumento di eccellenza ideato dalla Provincia autonoma di Trento con ottimi risultati, soprattutto quando il dipendente ha tanti figli o vive molto lontano dal luogo di lavoro. E poi ci sono le storie di 2 donne: Michela che adempie il suo ruolo di mamma durante il giorno e comincia a lavorare come “telelavoratrice” alle 17.30 del pomeriggio fino a tarda notte, e Valeria che ha adottato un figlio nepalese che si alza alle 5.00 per lavorare con il telelavoro e conclude la sua giornata di madre/lavoratrice a mezzanotte.”

Il seminario si è chiuso con Fabio Valente, referente di Familydea, che ha parlato delle possibilità che le nuove tecnologie offrono. Valente ha presentato Familydea un portale attivato in Alto Adige qualche anno fa ed ora diffuso anche in Trentino. “La premessa del progetto è che le aziende iniziano a capire che i dipendenti sono l'elemento fondamentale per il successo del loro business e il loro benessere nelle rispettive famiglie equivale al benessere e alla crescita aziendale. 12 milioni di persone ogni giorno cercano servizi per la casa e la famiglia; sono cresciuti in modo esponenziale siti come subito.it, airbnb.com, tripadvisor.it. Noi siamo partiti da questi fenomeni e abbiamo cercato di portare i servizi, molti realizzati dalla cooperazione, sul web. Familydea è un portale che aggrega domanda – da parte di famiglie che lavorano con figli - e offerta da parte delle aziende come: tagesmutter, servizi di cura del verde, badanti, baby sitter, dog sitter, elettricisti, pasticceri, organizzatori di eventi, ecc. Le aziende sono sempre più “social” e cercano di integrare il valore della cooperazione nei loro progetti commerciali. Familydea è un servizio innovativo che vuol promuovere le imprese sociali integrando i valori della cooperazione. Il cambiamento è costante e il web aiuta a interpretare questa evoluzione progressiva. Ora le aziende strutturano al loro interno sistemi di welfare aziendale per vedere i propri lavoratori felici e tranquilli, pronti a lavorare in serenità e produttività.”

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