Libro choc alle medie dell'Arcivescovile «Gay? Contrari a Dio: devono cambiare»

di Giuseppe Fin

«Voglio imparare ad amare» è un libro semplice e accessibile che affronta il tema dell’affettività e della sessualità, edito dalla casa editrice cattolica Elledici e consigliato dall’Istituto Arcivescovile ai ragazzi di terza media.
«Mia figlia è tornata a casa chiedendomi 7 euro per l’acquisto di un libro consigliato dalla scuola - spiega una mamma che si è rivolta all’Adige - e senza pensarci un attimo ho aperto il portafoglio e glieli ho consegnati».

Poi per caso la mamma ne legge i contenuti, e le pagine riguardanti l’omosessualità l’hanno fatta trasalire: «A dire il vero a scoprirlo è stato mio figlio più grande - afferma la mamma - che si è arrabbiato moltissimo per come veniva affrontato questo tema». Nel libro si parla infatti di omosessualità come «una tendenza contraria al progetto di Dio», spiegando che tali rapporti «non sono gratuiti, fecondi e aperti all’altro».

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Ma le parole che più hanno urtato la sua sensibilità sono quelle che si riferiscono proprio alle famiglie, in cui si spiega che l’omosessualità sarebbe causata da «bisogni affettivi non soddisfatti durante l’infanzia». Il testo delle edizioni Elledici specifica infatti che alla base del comportamento omosessuale ci sono «certe relazioni che il soggetto ha vissuto in famiglia e in altri ambienti che lo hanno portato ad un disordine della sua identità».

La pagina riguardante questo argomento si chiude poi con un monito scritto in stampatello: «è alquanto opportuno accompagnare l’omosessuale perché modifichi il suo orientamento sessuale».

«Di questa cosa ne abbiamo parlato in famiglia - continua la signora - e abbiamo spiegato a nostra figlia che non siamo per nulla d’accordo con quanto contenuto in questo libro». Poi l’argomento è ritornato all’interno della scuola. «Mia figlia ne ha voluto parlare in classe - racconta - e so che ha saputo tenere testa alle argomentazioni che cercavano di veicolare».

«Proprio per questo - afferma la mamma - mi sono decisa a denunciare questa cosa». «Se un ragazzino che dentro di sé si sente gay - afferma la signora - e legge in perfetta solitudine questo libro che afferma che l’omosessualità è sbagliata e deve essere repressa e modificata, cosa potrebbe fare? A chi potrebbe rivolgersi se gli dicono pure che la colpa è dei genitori?».

Il vicepreside dell’Istituto Arcivescovile Giampiero Guerra, sentito in proposito, conferma che questo testo, scritto da un sacerdote, Gimmi Rizzi, è tra i testi che vengono consigliati ai ragazzi di terza media per approfondire i temi della sessualità e dell’affettività.

Sulla vicenda interviene in maniera molto dura anche il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Andrea Maschio: «Mi auguro personalmente che vi sia un immediata smentita del fatto. Tuttavia, se ciò fosse vero, mi dissocio in modo profondo e mi sento fortemente colpito ed insultato nella mia qualità di cittadino. Questa è la scuola privata che lo Stato e la Provincia finanziano? Beh direi allora che la responsabilità è anche loro ed il mancato controllo gravissimo. Mi auguro si prendano immediati provvedimenti».

E il parlamentare del Pd Alessandro Zan ha presentato un’interrogazione al ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, in cui chiede «provvedimenti immediati affinché agli alunni iscritti sia garantita un’adeguata e corretta informazione sul tema dell’omosessualità e dei rapporti omosessuali, senza falsità e manipolazioni ideologiche». Uno dei libri di testo adottato nella scuola media paritaria Arcivescovile di Trento «istiga alla discriminazione e al bullismo omofobico», scrive il parlamentare padovano, noto anche come attivista in favore dei diritti della comunità Glbt (gay, lesbiche, trans e bisessuali).

«Nel testo in questione - sottolinea Zan - si leggono frasi come "l’omosessualità è un disordine nella costruzione della propria identità sessuale" e "una tendenza contro il progetto di Dio" e, ancora, che "un rapporto fra omosessuali è dunque sempre da condannare". Ciò che inquieta è che il professore che avrebbe usato il libro nelle sue classi ha confermato all’Arcigay di Trento che il testo in questione è tuttora tra quelli impiegati per l’educazione all’affettività dei ragazzi».

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