Expo 2015 e Trentino, lavori per 30 milioni

di Paolo Micheletto

Hanno fatto amicizia con tanti colleghi, gli operai trentini che sono al lavoro da mesi nell'immenso cantiere di Expo 2015, l'esposizione universale (qui la prima parte del nostro viaggio nell'evento) che verrà inaugurata il 1° maggio e durerà sei mesi. Siamo nella periferia nord-ovest di Milano e qui è tutto straordinario. Nel vero senso della parola: fuori dall'ordinario. Tutto iper. Un cantiere che non finisce mai. Una serie impressionante di gru, ruspe, camion. E soprattutto una babele di linguaggi, dal cinese al tedesco, dal russo allo slang americano che sembra fatto apposta per non essere capito. E poi ci sono i trentini: ingegneri, tecnici, operai. I quali si sono fatti conoscere e apprezzare un po' da tutti, qui al campo base dove si possono incrociare le esperienze più diverse tra loro.

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La Pre Metal di Rovereto è al lavoro da luglio dell'anno scorso e sarà presente praticamente fino all'ultimo giorno prima dell'inaugurazione. Un lavoro enorme è stato compiuto nei diversi «cluster», che rappresentano una novità rispetto alle edizioni precedenti: per la prima volta nella storia delle esposizioni universali sono stati creati degli spazi tematici, in cui i Paesi che non hanno la possibilità di realizzare un proprio padiglione vengono raggruppati per identità tematiche o filiere alimentari e non semplicemente secondo una logica geografica. I temi quindi sono rappresentati da specifiche catene alimentari - riso, cereali e tuberi, spezie, cacao, caffè, frutta e legumi - o da tematiche di particolare rilevanza globale - agricoltura e nutrizione in Zone Aride, Mare e Isole, gli ecosistemi del Bio-Mediterraneo. Le aree sono state progettate con una particolare attenzione all'impiego di soluzioni sostenibili per il progetto, la costruzione, lo smantellamento e il riuso delle strutture. La Pre Metal ha contribuito ai lavori di quasi tutti i cluster, con rivestimenti in diversi materiali: per quello del riso sono stati utilizzati degli specchi enormi, per il cacao si è pensato ad una serie di tessuti di grande effetto e a lamiere. Per il Bio-mediterraneo la Pre Metal ha costruito le tettoie di copertura, in acciaio con una serie di pennacoli dal sicuro richiamo, mentre all'interno del cluster dei cereali l'azienda trentina ha costruito il percorso espositivo, che prevede anche un vulcano. Il lavoro legato ai cluster praticamente è stato tutto consegnato: il primo ad essere finito è stato quello del cacao e del cioccolato. A quel punto i dirigenti di Expo hanno chiesto alla Pre Metal di realizzare non solo gli allestimenti interni ma anche quelli esterni (come panchine e altri oggetti): questo significa che l'azienda sarà presente sul «campo» fino all'inaugurazione. In totale, per quanto riguarda i Cluster, la Pre Metal ha quindi avuto lavori per tre milioni di euro, all'interno di un'associazione temporanea di imprese che ne riceverà nove.

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Collini Lavori ha invece completato la realizzazione di un'altra grande opera, vale a dire la passerella pedonale della larghezza di dieci metri e della lunghezza di 500 metri a collegamento del sito Rho Fiera con la nuova area di Expo. L'opera è stata eseguita con una struttura in carpenteria metallica con predalles prefabbricate e ha previsto il passaggio sopra il raccordo ferroviario. Collini ha fornito anche gli impianti tecnologici di quella che si annuncia come una delle «vetrine» di Expo: in associazione temporanea con Icg, l'impresa trentina ha vinto i lavori con uno sconto del 25% e valore finale di 12,2 milioni di euro. Si stima che oltre il 35% dei visitatori (circa 7 milioni) che visiterà il sito espositivo utilizzando la rete ferroviaria e la metropolitana attraverserà la passerella per raggiungere gli accessi.

[[{"type":"media","view_mode":"media_large","fid":"208866","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"297","style":"float: right;","width":"387"}}]]Parla decisamente trentino anche il grande appalto (venti milioni di euro) ottenuto da Rubner , gruppo imprenditoriale bolzanino della lavorazione del legno con 32 società disseminate in giro per l'Europa. Ebbene, la Rubner si è servita molto delle imprese trentine, con lavori in sub-appalto a Masè (termoimpianti), Grisenti (impianti elettrici), Barozzi (cartongessi), Cappelletti (rivestimenti esterni). Per fare alcuni esempi, i cluster dedicati a Bio-Mediterraneo, isole, zone aride ai cereali sono tra gli elementi più caratteristici dell'evento e Rubner ha commissionato a Grisenti la realizzazione dell'impianto elettrico e la predisposizione degli impianti speciali. A Milano è inoltre presente su diversi cantieri anche il distretto Habitech, mentre il lavoro della Pre Metal è stato importante pure nei lavori di alcuni padiglioni dei singoli Paesi. Il Principato di Monaco, ad esempio, si servirà dei rivestimenti dell'azienda della famiglia Pedri, mentre va sottolineato il contratto da 2,3 milioni ottenuto per il padiglione degli Stati Uniti: la Pre Metal ha realizzato le strutture portanti in acciaio, già consegnate, e i solai in legno, seguendo un progetto di ricerca specifico con l'università di Trento.


L'Expo rappresenta una «partita» davvero consistente per il Trentino: 12 milioni per la Collini, 10 per la Pre Metal e il resto alle imprese già citate, per un totale che dovrebbe superare i trenta milioni di euro che finiranno nella nostra provincia. E l'esposizione rappresenta una formidabile occasione per fare conoscenze che verranno buone in futuro: «Il campo base è un "paese" dove nascono relazioni interessanti - spiega Marco Pedri di Pre Metal - Tutti coloro che lavorano si sentono parte di un progetto importante».

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Ci sarà anche un po' di valle di Ledro, infine, negli spazi di Expo 2015. La Segheria Casolla di Lenzumo, in val Concei, ha infatti vinto la gara d'appalto per il progetto «Vie d'acqua-Energy for life, feeding the planet»: i padiglioni fieristici saranno quindi forniti di una staccionata lunga cinque chilometri, realizzata interamente in legno di larice di provenienza trentina, che andrà a costeggiare le vie d'ingresso pensate per l'esposizione, un anello verde-azzurro costituito da acqua, percorsi pedonali e piste ciclabili che si allargheranno attorno alla città, animandola e colorandola. Inizialmente il capitolato esigeva una palizzata realizzata in legno di pino, impregnato chimicamente (per permettere una maggior durata dello stesso quando utilizzato all'esterno), ma i Casolla hanno pensato di proporre un'altra essenza, ossia il larice, naturale anziché trattato, di origine trentina al 100% e certificato Pefc, ovvero proveniente da foreste gestite in maniera sostenibile.

L'impressione generale è che il 1° maggio sarà tutto pronto, almeno nella parte riservata ai visitatori. Ci saranno ritardi, ovvio, ma forse il pubblico non se ne accorgerà nemmeno. E un'altra impressione riguarda il fatto che il pubblico e il privato viaggiano davvero a due velocità: le imprese hanno praticamente ultimato il loro lavoro, la politica deve ancora pianificare molti particolari riguardo alla spesa e alla presenza capillare nell'esposizione. Tra gli obiettivi della Provincia autonoma c'è quello di portare Expo in Trentino, attraverso un programma di eventi promozionali, culturali, scientifici e turistici pensati per rafforzare l'internazionalizzazione del sistema provinciale. Verranno riaperte le porte del Palazzo delle Albere, accanto al Muse, e molte iniziative si terranno a Palazzo Roccabruna e in altri luoghi del Trentino.

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LA PROVINCIA IN PIAZZA PER 13 SETTIMANE

Il nostro territorio sarà presente ad Expo 2015 all'interno di Piazzetta Trentino, uno spazio di circa 75 metri quadri, dove per 13 settimane - dall'1 agosto al 31 ottobre - esporrà «prodotti» territoriali e la propria offerta produttiva e scientifico - tecnologica. Inoltre, il Trentino avrà a disposizione una settimana di spazio espositivo di 200 metri quadri, all'interno del Padiglione Italia (nella foto qui sotto), lungo il Cardo nord ovest del sito espositivo. Per tutto il periodo di Expo 2015, inoltre, sarà in funzione un ufficio di rappresentanza dedicato alle relazioni internazionali con delegazioni economiche, istituzionali e di operatori del settore agricolo e turistico.

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All'interno della piazzetta, una settimana sarà dedicata ai «premium sponsor», vale a dire a soggetti che pagheranno la Provincia per esporre la propria offerta: si tratta di Astro, Cavit, Dolomiti Fruits, Melinda, Mezzacorona, Pastificio Felicetti, Sciare in Trentino, Sottobosco Paoli, Terme e Salute, Trentingrana. Il settore vitivinicolo occuperà uno spazio in proprio per l'intera durata dell'evento: un investimento importante, con uno spazio notevole riservato al Trento doc ma anche a tutte le altre produzioni. Operano naturalmente in «proprio» le Cantine Ferrari , che offriranno i loro prodotti all'interno dei locali di Eataly e del «supermercato del futuro» in area Expo. Attraverso la fondazione Alta Gamma saranno inoltre presenti anche nel «fuori-Expo» di Milano, rappresentato anche dal nuovo «Ferrari spazio bollicine» a Malpensa.


Il Trentino sarà ospitato, assieme alle altre regioni, nel Padiglione Italia, vera attrazione dell'evento. In realtà si tratta di un quartiere vero e proprio: una strada di 325 metri lungo cui si trovano una serie di edifici e piazzette che ricreano l'idea dei borghi e mettono insieme tradizione e innovazione. L'Italia di ieri, di oggi, di domani: ad esempio, 1.400 tipi di vino e dispenser automatici per assaggiarli, prodotti tipici da ogni Regione ma anche sicurezza alimentare. La strada attraversa il sito da Nord a Sud, come negli accampamenti e nelle città fondate dai romani faceva il cardo.


Per questo si chiama così: Cardo. All'estremo Nord, al centro della Lake Arena, uno specchio d'acqua di 90 metri di diametro, sorge l'Albero della vita, l'icona del Padiglione, la Tour Eiffel di Expo Milano 2015, la struttura più alta del sito. Accanto, Palazzo Italia, unico edificio lungo il Cardo che non sarà smontato a evento concluso. La costruzione di cinque piani è fatta di acciaio, vetro, calcestruzzo e uno speciale cemento biodinamico creato da Italcementi, che cattura e rende inerti alcuni inquinanti. Si tratta di una malta bianchissima ed estremamente duttile, montata in modo da creare l'effetto dei rami della foresta. La facciata Ovest è completata, all'interno del Palazzo si lavora 24 ore al giorno per finire di montare i 5.600 metri quadrati di vetrate, i 7.000 metri quadrati di pavimenti (la posa è eseguita soprattutto di notte), ultimare gli impianti, i 12 ascensori.


La visita inizia dalla piazza coperta dove si trovano due statue: un'opera contemporanea creata per Expo e una statua «famosa». Da qui comincia il percorso della mostra che punta sulle quattro forze dell'Italia: saper fare, bellezza, limite e futuro. Il mercato al buio gestito dell'istituto dei ciechi, i mercati rionali, il dipinto della Vucciria di Renato Guttuso, enormi figure in 3D interattive, l'area del Lazio e Roma Capitale sono alcuni degli elementi che si potranno esplorare, insieme allo spazio dove firmare la Carta di Milano, sorta di protocollo di Kyoto sul cibo, che il 16 ottobre sarà consegnato al segretario dell'Onu Ban-ki Moon. E poi in cima il ristorante Vip di Peck. Proprio di fronte, si incontra il padiglione dell'Unione Europea e subito accanto il padiglione del Vino con un allestimento creato da Italo Rota, che include una biblioteca, la possibilità di fare degustazioni e anche di vedere un «mare di vino», una sorta di impluvium romano con al centro una vasca che sembra riempita di vino.

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