Gubert Vs Papa Francesco: così la pensava la Chiesa

Ad avviare il dibattito era stato, addirittura, papa Francesco, con quella sua frase ormai celebre sul «fare figli come conigli»

Ad avviare il dibattito era stato, addirittura, papa Francesco, con quella sua frase ormai celebre: «Essere cattolici non significa fare figli come conigli» (leggi).

Parole che non erano piaciute a un cattolico convinto come l’ex senatore Renzo Gubert, padre di nove figli, che aveva scritto all’Adige per ricordare «i risolini e i lazzi di cui io e mia moglie siamo stati fatti oggetto; il commento spregiativo più frequente era quello che “facevamo come i conigli” e il consiglio quello di “non fare come i conigli”». «Avverto pertanto amarezza - scriveva Gubert - nel sentire che Papa Bergoglio usa la medesima espressione per raccomandare la paternità responsabile» (leggi la lettera completa).

A Gubert risponde il neonatologo Dino Pedrotti, che accusa l’ex senatore di essere rimasto ancorato a un’impostazione antiquata, quella della Chiesa di 50 anni fa.

«Da alcuni decenni sono cambiate le leggi civili - scrive Pedrotti - ma sta cambiando anche l’atteggiamento della Chiesa nei confronti della sessualità, della paternità, del matrimonio. L’etica della “responsabilità” nei confronti degli ultimi deve sostituirsi all’etica “paternalistica” in cui è vissuto il mondo fino a 50 anni fa. Allora “l’insegnamento morale cattolico” seguito da Gubert ci imponeva comportamenti assolutamente inaccettabili e pesi del tutto insopportabili. Forse merita che Gubert rilegga il testo di Eriberto Ione “Teologia morale” (Marietti, 1955)».

E il testo citato da Pedrotti merita davvero qualche riflessione, portatore com’è di una «visione penosa, assurdamente rigida e maschilista, antievangelica perché non metteva al centro la persona umana».

Qualche esempio: «Fuori dal matrimonio è sempre peccato grave ogni piacere carnale; no a quanto si oppone alla legittima propagazione della specie umana; sono peccati mortali i discorsi impuri; i fidanzati non devono stare soli, ma pregare e ricevere sacramenti; i pensieri “cattivi” sono peccati uguali all’azione di cui ci si compiace…».

E ancora: «Col matrimonio: si acquisisce uno jus in corpus per procreare ed educare figli, per mutuo aiuto e per rimedio alla concupiscenza; scioglierlo è vietato dalla legge naturale e dalla legge positiva divina; il marito è capofamiglia, sceglie il domicilio, acquista potestà dominativa, può leggere le lettere della moglie; la moglie non può allontanarsi contro il di lui volere, deve curare la casa sotto la dipendenza del marito, è obbligata ad accompagnarlo dovunque, deve guardarsi dal prestare l’atto coniugale di malumore».

«Tutte cose scritte appena 50 anni fa - scrive Pedrotti - quando ci siamo sposati noi vecchi… Poi la scienza ha scoperto molto sulla fecondità e si è cominciato a parlare di metodi di contraccezione (pillola, ma anche metodi naturali), seguiti ormai dalla maggioranza dei cattolici. La gestione di una sessualità senza concepimenti non c’entra coi diritti dei bambini (l’aborto è altra cosa)».

comments powered by Disqus