Il «corpo di Cristo» anche senza glutine, per i fedeli celiaci

di Nicola Guarnieri - NO

La Chiesa deve essere aperta al mondo. E stavolta non c’entra il calo delle vocazioni o la diserzione dei templi religiosi da parte dei fedeli. Si tratta piuttosto di venire incontro alle esigenze dei credenti soprattutto dal punto di vista della salute. Un esempio su tutti: i celiaci, in crescita esponenziale negli ultimi anni, rinunciano alla comunione perché la particola rischia di mandarli all’ospedale. Ecco dunque che, al passo coi tempi appunto, le parrocchie si stanno organizzando per non lasciare indietro nessuno.

A San Martino, per esempio, ad ogni messa, specie la domenica mattina, accanto al prete c’è un diacono che accoglie sulla seconda fila i fedeli con problemi alimentari. E dispensa ostie appositamente confezionate senza glutine proprio per garantire il «corpo di Cristo» anche ai celiaci. Trattandosi di alimenti «speciali», però, anche queste particole sono soggette a data di scadenza con relativa crescita di costi per parroci e sagrestani del Trentino. Le offerte, quindi, servono anche per questo, per coprire, almeno in parte, la spesa per venire incontro alle esigenze di cattolici con scompensi metabolici.

La soluzione adottata in San Martino, chiaramente, è concordata con la Curia e rientra in una scelta ben precisa stabilita dalla Cei, la Conferenza episcopale italiana.

In questi ultimi anni, come detto, è notevolmente aumentato il numero di cattolici praticanti affetti da celiachia, patologia che determina un’intolleranza assoluta al glutine, sostanza proteica contenuta nel frumento e in alcuni altri cereali. «In questo stato di cose - ha scritto in una lettera alle diocesi italiane la Cei - il celiaco non può neppure accostarsi alla Comunione eucaristica, in quanto le ostie utilizzate comunemente nella celebrazione sono prodotte con farina di frumento e di conseguenza contengono glutine».

Le regole per la distribuzione della particola durante la messa sono state accuratamente ragionate dai vescovi italiani. E questo dopo un attento dibattito che, grazie a monsignor Tarciso Bertone, ha superato uno scoglio che pareva insormontabile: la presenza di pane nell’ostia per essere davvero considerata il corpo di Cristo. Perché per essere conformi alle norme ecclesiastiche le particole devono contenere glutine per non snaturare la sostanza del pane anche se, come detto, si è riusciti ad elaborare un’ostia con quantità decisamente basse e tali da non nuocere alla salute. E così sono arrivate nelle parrocchie le particole garantite «senza glutine», con contenuto massimo di 20 mg/kg. Insomma, anche grazie alla collaborazione tra Chiesa e Associazione italiana celiaci (Aic) si è riusciti ad avvicinare i celiaci all’Eucarestia pur mantenendo la panifiazione, indispensabile per la consacrazione.

A San Martino, dunque, hanno deciso di organizzare due «binari» di distribuzione del «corpo di Cristo» durante la messa: uno per i fedeli, chiamiamoli così, tradizionali e l’altro per i celiaci. E nel quartiere ce ne sono molti.

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