Better to burn out than to fade away. È meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente. La frase è di Neil Young e la canzone è Hey Hey My My. Parole che, tuttavia, non vengono associate al rocker canadese ma a Kurt Cobain: la sua lettera d'addio al mondo si chiudeva proprio con quella frase. Sono trascorsi vent'anni dalla morte del cantante dei Nirvana, avvenuta il 5 aprile 1994, ma nella sua città natale, Aberdeen, nello stato di Washington, Cobain viene celebrato oggi, suo 47° compleanno virtuale (20 febbraio 1967). Perché di personaggi così è meglio ricordare la nascita che la morte.

 

Seattle. Non sono gli uomini che fanno i luoghi, ma i luoghi che fanno le persone. Seattle, tra la fine degli Ottanta e l'inizio Novanta, era un vulcano musicale in eruzione. Giornalisti e sociologi l'hanno chiamato  grunge , una derivazione dell'aggettivo grungy (slang per indicare qualcosa di sporco, sudicio), inventato da  Mark Arm , cantante dei  Mudhoney . Ma il termine era riduttivo, così come è riduttivo associare Seattle solo a capelli lunghi, jeans strappati e camicie di flanella a quadri tipiche dei taglialegna. Nei pub o dove ci fosse un piccolo palco con un amplificatore, giravano dei ragazzi pieni di idee, di talento, ma anche di rabbia. Quei ragazzi si chiamavano Kurt Cobain,  Chris Cornell  (Soundgarden, Audioslave),  Layne Staley  (Alice in Chains),  Stone Gossard  (Pearl Jam),  Dave Grohl  (Nirvana e Foo Fighters), giusto per citarne alcuni. Dalle voci, dai testi, dalle chitarre di quei ragazzi nacquero alcuni degli album più influenti della storia del rock.

Ragazzo iperattivo, Kurt prende fin da piccolo dei farmaci per concentrarsi a scuola e per dormire la notte. È un ragazzo sensibile, schivo ma dotato di grande carisma, caratteristiche che emergeranno con prepotenza nel corso della sua carriera. I suoi genitori divorziano. Ricevuta in dono da una zia una chitarra, inizia a comporre canzoni e sfoga le frustrazioni e i disagi tipici dell'adolescenza nella musica. Decide, pur ambidestro, di suonare da mancino (come  Jimi Hendrix  e  Paul McCartney ) per distinguersi. Ci riuscirà, eccome.

 

Nirvana.  Nel 1987 Cobain e un amico,  Krist Novoselic , bassista, formano una band. Decidono di chiamarsi Nirvana, un nome che ispiri pace e serenità in contrapposizione al tipo di musica che vogliono fare. Alla batteria viene assoldato  Chad Channing . Nel 1989 esce  Bleach , l'album d'esordio. Sulle riviste specializzate verrà definito il disco che ha dato il via al grunge. In realtà la musica dei Nirvana è un rock punk con sfumature diversissime, dall'heavy metal al noise passando (orrore!) per il pop. A fare la differenza è la voce di Kurt: rabbia e dolcezza insieme, urla e sospiri, frasi pungenti cantate con gli occhi bassi e fissi nel vuoto e ciocche di capelli biondi sulle guance.
Due anni dopo arriva Dave Grohl alla batteria. E arriva, soprattutto  Nevermind . L'album che cambia la storia della musica. I Nirvana diventano un fenomeno mondiale, Cobain, senza volerlo, è eletto portavoce di una generazione, e  Smells Like Teen Spirit  è una sorta di inno per milioni di giovani. Nel 1993 arriva il terzo e ultimo album,  In Utero . Poi ci sarà l' Unplugged in New York , forse il punto più alto mai raggiunto artisticamente dai Nirvana.

 

Courtney. Nel 1992 Cobain sposa  Courtney Love , bellissima cantante delle Hole. La relazione è molto chiacchierata sui media, ma, come si legge nella lettera d'addio di Kurt, tra i due ci sono grande amore e fiducia reciproca, anche se conditi da eccessi. E nasce Frances Bean. Il nome è un omaggio a  Frances Farmer , affascinante attrice nata a Seattle nel 1913, costretta a violenze e umiliazioni in una clinica psichiatrica.

Eroina. Per alleviare i forti dolori di stomaco che lo accompagnavano da anni, poco più che ventenne Cobain la prova l'eroina. E la droga lo accompagnerà per il resto dei suoi giorni. Ma ad ucciderlo fu un colpo di fucile alla testa, che Kurt si sparò il 5 aprile 1994, solo, nel garage di casa. Il cadavere venne ritrovato per caso, tre giorni più tardi. A fianco la lettera, struggente addio al mondo di un ragazzo di 27 anni «ucciso dal successo», come piace dire, pensare e scrivere a qualcuno. Una lettera che, prima delle parole «Amore, Pace, Empatia», conteneva la frase di Neil Young. Neil Young che da allora, nelle esibizioni dal vivo, non canta più quelle parole, cambiandole ogni volta. Per rispetto di un ragazzo fragile ed emotivo, ma con una voce incredibile, che da vent'anni non c'è più.