L'elefante che sa fare i conti

Le capacità matematiche non sono una prerogativa dell’uomo: dopo i pulcini e le api, arriva la prova che anche gli elefanti asiatici hanno il pallino dei numeri. In questi animali sono state osservati aspetti cognitivi alla base dei calcoli più elementari, come distinguere quantità diverse di frutti. È quanto emerge dallo studio pubblicato sul Journal of Ethology dal gruppo della Società giapponese per la promozione della scienza coordinato da Naoko Irie.


«La matematica approssimata, il cosiddetto ‘senso del numerò sembra diffusissimo nel regno animale, sia nei vertebrati che negli invertebrati», ha spiegato all’Ansa il professor Giorgio Vallortigara, che insegna neuroscienze all’Università di Trento. Per lo studioso, però, «a differenza dei casi analizzati finora nei quali la capacità degli animali era approssimata, per esempio erano più bravi a distinguere 8 banane da 2 rispetto a 8 da 7, questo elefante sembra capace di rispondere indipendentemente dalla distanza numerica. Un po' come se facesse un’aritmetica precisa, che di solito - ha aggiunto - richiede l’uso di simboli esterni, come facciamo noi esseri umani quando andiamo a scuola.
Sarei, però, molto cauto nell’interpretare i dati, perchè si tratta di un solo animale».


Irie e il suo gruppo hanno addestrato l’elefantessa di 14 anni Authai, dello zoo Ueno di Tokyo, a imparare a usare un touch screen per saggiarne le abilità matematiche attraverso un loro programma. L’animale doveva scegliere tra coppie di figure quelle col maggior numero di frutti come banane, angurie e mele. Authai ha indicato la figura corretta 181 volte su 271, il 67% dei casi.


«Questo elefante riconosce la numerosità, che non è un contare, ma un sapere distinguere una quantità più grande di un’altra», ha commentato Luigi Boitani, che insegna Ecologia animale nell’Università Sapienza di Roma. «Questa capacità - ha concluso - è presente anche nelle galline, considerate a torto paradigma di stupidità».

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