Oggi è la giornata degli animali Italiani divisi su gestione fauna

Oggi 4 ottobre è la Giornata Mondiale degli Animali, istituita nel 1931 nel giorno di San Francesco d’Assisi, il santo animalista. Ma se il Poverello predicava agli uccellini e convinceva il lupo di Gubbio a lasciare in pace le persone, oggi in Italia non tutti condividono i suoi metodi per trattare con la fauna selvatica.

Gli animali selvaggi sono in aumento, grazie a maggiori tutele e all’abbandono delle campagne, che allarga il loro habitat. Aumentano così le interazioni con gli umani e le loro attività, soprattutto l’agricoltura e l’allevamento. E crescono quindi danni e paure. A tutto questo, c’è chi vuole rispondere con le doppiette, abbattendo gli animali dannosi e pericolosi. E c’è invece chi vuole sistemi incruenti, che tengano lontana la fauna senza farle male.

Proviamo a fare un elenco dei problemi. Ci sono i cinghiali, che devastano le colture e oramai scorrazzano in città. Non sono aggressivi, ma per difendere i cuccioli possono attaccare. I caprioli e i cervidi sono adorabili, ma non per i campi e gli orti. I lupi negli ultimi anni si sono moltiplicati: non attaccano l’uomo, ma le greggi e il bestiame sì. In Trentino il ripopolamento degli orsi ha portato a qualche aggressione ad escursionisti e a danni a greggi, pollai e coltivazioni.

Poi ci sono le nutrie che si moltiplicano lungo i corsi d’acqua (più brutte a vedersi che pericolose), i gabbiani che imperversano sui cassonetti della spazzatura, i piccioni e i pappagalli che ricoprono di guano i marciapiedi.

Per risolvere i problemi, agricoltori e allevatori in genere propendono per gli abbattimenti. E molti enti locali danno loro ragione. Le province di Trento e Bolzano hanno approvato leggi per abbattere orsi e lupi ritenuti pericolosi (impugnate dal Ministero dell’Ambiente). Le due Province e le Regioni Toscana, Veneto e Val d’Aosta, vorrebbero inserire nel Piano Lupo del Ministero la possibilità di abbattimenti selettivi.

Dall’altra parte ci sono gli animalisti. Per loro la fauna selvatica non va toccata: la caccia va abolita, i campi vanno protetti coi recinti, le greggi coi cani pastori. E gli escursionisti devono imparare come ci si comporta con gli orsi.

Il contrasto finisce per diventare anche politico. I leghisti sono più sensibili alle ragioni di agricoltori e cacciatori, i pentastellati sono più vicini ad ambientalisti e animalisti. Il ministro dell’Ambiente, il grillino Sergio Costa, è contrario agli abbattimenti, mentre il suo collega alle Politiche agricole, il leghista Gian Marco Centinaio, è fortemente sostenuto dalle associazioni venatorie.

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