Allarme pesticidi: domani la marcia Radiografia nel documentario trentino di Andrea Tomasi e Leonardo Fabbri

Siamo stati avvelenati a norma di legge. Il veleno è dentro di noi». 
Lo dice a gran voce, davanti alle telecamere, l'oncologa toscana Patrizia Gentilini . Lo dice il pediatria Leonardo Pinelli e con lui esperti e nutrizionisti. I pesticidi sono nell'aria, nell'acqua, nel sangue, nostro e dei nostri figli. 

Si parla di agricoltura, ambiente e veleni nel documentario di Andrea Tomasi, giornalista dell'Adige, affiancato per la parte tecnica dall'amico e collega Leonardo Fabbri . Titolo: «Pesticidi, siamo alla frutta». Sottotitolo: «Biancaneve non è sola». Un documentario che ha fatto il giro d'Italia. «Pesticidi, siamo alla frutta» pochi giorni fa ha compiuto un anno di vita (la prima proiezione è del 17 aprile dello scorso anno) e fa ancora parlare di sé.

I promotori della «Marcia Stop Pesticidi», che si terrà a Trento domani (partenza da piazza Dante alle 14), lo hanno proposto in più occasioni in serate in forma di cinema.

Il docufilm (di cui hanno parlato tra l'altro RaiNews24, Mi Manda Rai Tre e SkyTg24) è un'analisi impietosa del sistema agricolo italiano: un video, con un ritmo sostenuto, che racconta cosa ci stiamo respirando, mangiando, bevendo. Non si può non fare i conti con i pesticidi perché ce li troviamo ovunque, anche in quota, anche sui ghiacciai, come ricordano nel documentario il meteorologo Luca Mercalli e il glaciologo Paolo Gabrielli . 

L'argomento trattato è di quelli pesanti, ma i 60 minuti di immagini, interviste, dati e musica scorrono veloci. 

Il docufilm di Tomasi - dopo «Veleni in paradiso» (sequel del libro «La farfalla avvelenata», scritto con il collega Valenti) e «Un filo appeso al cielo» dedicato all'oncologia pediatrica di Padova - ha tratti di leggerezza: la leggerezza "politicamente scorretta" di Velia Lalli, "regina della stand up comedy in Italia" (volto noto di Comedy Central-Sky e Rai Due), che fa ridere e sorridere su un certo modo di consumare prodotti bio.

E poi c'è la poesia pura dell'altra guest star: Marco Paolini , attore di teatro civile (Vajont, I-TIGI, Bestiario Veneto, tanto per citare alcune opere).

Sullo schermo si mostra il "quadro clinico" del nostro Paese in materia di agricoltura e commmercio ortofrutticolo. Il tutto "blindato" dai dati ufficiali dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). 

Una "pellicola" più che godibile, nonostante si stia parlando di una questione che di divertente ha ben poco. Il titolo la dice lunga, il sottotitolo - se possibile - è ancora più efficace: «Biancaneve non è sola». 
«Come Biancaneve - si legge sulla pagina Facebook di "Pesticidi, siamo alla frutta" - anche noi dobbiamo fare i conti con il veleno. Ma questa volta non ci sono principi azzurri che ci vengono a salvare, noi dobbiamo sbrigarcela da soli. In giro si vedono re, regine e streghe cattive. Poi ci sono nani, tantissimi nani». 


I nani, se non si fosse capito, sarebbero quei politici e quegli imprenditori italiani che sottovalutano gli effetti dell'uso ed abuso di certe sostanze nell'agricoltura intensiva.
Si gioca con l'immagine fiabesca della mela avvelenata. 

«Ma sbaglia - spiega Tomasi - chi pensa che questo sia un documentario nazi-ambientalista, magari dedicato solo al Trentino e alla Val di Non. Non diciamo che i contadini sono sporchi, brutti e cattivi, però non facciamo sconti. Questo no. Facciamo parlare i numeri, i testimoni, gli esperti. Si tratta di tutto il Paese. Cosa ci respiriamo e mangiamo tutti i giorni? Il problema riguarda i nostri figli, da Bolzano a Taranto (ma ovviamente il problema non è solo nazionale)». 

E da Taranto viene anche una collaborazione importante, quella con il cantautore Remigio Furlanut , che ha concesso un suo brano per la sigla finale. Dal Nord al Sud, il Belpaese unito anche in materia di difesa dell'ambiente. Dopo tante tappe in molte regioni italiane (tra cui due a Roma), il docufilm sta per approdare a Lecce: questa sera sarà promosso nel corso di una rassegna con Legambiente. Il 4 giugno sarà visto a Modena.
«Gratuità» è la parola ricorrente.

«Come "Veleni in paradiso" e "Un filo appeso al cielo", anche questo docufilm - racconta Tomasi - è stato realizzato grazie alla disponibilità di tanti amici, vecchi e nuovi, che hanno creduto alla bontà del progetto. È un'opera a budget zero. Anzi, tecnicamente siamo "in perdita", se si considerano solo le spese di viaggio, il tempo investito, il carburante e le aspirine. Le ore per fare le ricerche e le interviste, girare le immagini e fare il montaggio neanche le abbiamo contate».
Un argomento che spaventa, quello dei fitofarmaci. Nel documentario c'è anche un'intervista ad un contadino che fa agricoltura convenzionale che spiega come le norme di sicurezza possano essere facilmente aggirate. Si parla delle analisi fatte dai Medici per l'Ambiente su alcune donne in gravidanza di Roma città (nel 100% del campione si sono trovati pesticidi). E poi si parla degli studi realizzati in Val di Non in materia di danni al Dna.
Il pensiero va ai più piccoli: «I bambini italiani ? racconta il pediatra Leonardo Pinelli - vedono un aumento delle patologie tumorali». E non solo. «Molto dipende dall'inquinamento dell'ambiente. Il ruolo dei pesticidi è importante e i bambini sono molto più a rischio degli adulti». 

Nella sua abitazione di Pistoia l'oncologa Patrizia Gentilini - nota anche per avere "incrociato i guantoni" in un duello tivù con Matteo Renzi nel 2013 (si parlava dei danni causati dagli inceneritori) - ci dice che certe «sostanze sono dentro di noi, a centinaia». 
S ono moltissimi gli studi pubblicati all'estero. «Sono sostanze presenti nelle donne gravide. Parliamo di metalli pesanti, ritardanti di fiamma, conservanti, coloranti e appunto pesticidi: sostanze che passano dalla madre nel momento della formazione del feto. Ci sono malattie metaboliche e neurodegenerative. Gli interferenti endocrini esplicano effetti negativi attraverso la catena germinale».
Le analisi di laboratorio ? viene spiegato ? sono spesso commissionate in laboratori specializzati dai Medici per l'ambiente o dai Comitati cittadini: la difesa di ambiente e salute su base volontaria. «Il privato fa ciò che non fa il pubblico». Marco Osti , agricoltore trentino del settore biologico, racconta che in Val di Non sono stati trovati pesticidi in un alveare e nelle feci dell'orso». Poi ci sono i dati Ail sulle incidenze tumorali, con le indicazioni delle aree geografiche più colpite: ne ha parlato il presidente Roberto Valcanover alla giornalista di Rttr Paola Siano.

Tomasi tiene a sottolineare che la realizzazione di «Pesticidi, siamo alla frutta» non sarebbe stata possibile senza la disponibilità di tante persone. Un ringraziamento particolare lo rivolge a Leonardo Fabbri (Envyda), poi a Luca Pichenstein, Franco Delli Guanti, Francesco Calcagni, Michele Bortolameolli, Jacopo Salvi, Michele Moser (Wasabi) , all'avvocato Joseph Tassone e a Valentina Giordano , che hanno messo a disposizione il loro talento. Senza dimenticare le illustrazioni grafiche firmate da Silvia Valzolgher e Nadia Groff (la sua Biancaneve avvelenata è diventata l'immagine simbolo del festival "Cinema e Ambiente" di Vittorio Veneto), con il contributo di Nicola Bertotti .

«Siamo soddisfatti del risultato finale perché pensiamo di aver fatto qualcosa che tutti possono capire e apprezzare. È appunto un film per tutti» dice Tomasi, che in questi giorni è uscito con una nuova video-inchiesta sulla contaminazione da Pfas, sostanze impermeabilizzanti altamente tossiche: un danno ambientale che ha travolto le province di Vicenza, Padova e Verona. È un videoracconto con documenti esclusivi, in cui parlano anche tante madri, organizzate in un gruppo di cittadinanza attiva. Il titolo la dice lunga: «Pfas, quando le mamme si incazzano».

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