Caccia, scontro sulle strade forestali «aperte» «Indecente: nei nostri boschi sarà un safari»

Divide già cacciatori e ambientalisti il disegno di legge sulla caccia presentato dal consigliere Lorenzo Ossanna del Patt. Con la proposta presentata si intende intervenire principalmente su due aspetti, ovvero sull’utilizzo delle strade forestali con il permesso dell’ente che le gestisce (Comuni e Asuc nella norma) e sulla promozione dei centri di sosta per la conservazione della cacciagione post-abbattimento. Tra gli obiettivi, spiega Ossanna, c’è la volontà di «facilitare l’utilizzo delle strade forestali per l’attività venatoria.

Con l’approvazione della proposta legislativa l’ente proprietario potrà permettere il transito, per l’attività venatoria, sulle strade forestali di tipo “A” agli iscritti alla locale associazione cacciatori (livello Comunale), per lo svolgimento della attività venatoria, a condizione che questa sottoscriva una convenzione con l’ente stesso, nella quale si impegna a contribuire alla manutenzione ordinaria delle strade concesse». L’altro obiettivo è di «favorire, anche economicamente, la promozione di “centri di sosta” dotati di dispositivi di raffreddamento (celle frigorifere) per la conservazione delle carni di selvaggina selvatica».

È soprattutto il primo punto, quello di accedere alle strade forestali A che trova l’opposizione degli ambientalisti. «Siamo alla deriva pro-cacciatori in modo spudorato - commenta Luigi Casanova (foto) leader di Mountain Wilderness Trentino e consigliere di Italia Nostra - con la proposta di legge di Ossanna si va verso un safari nei boschi».

E, soprattutto, si tradisce il patto siglato ancora negli anni ‘80 sulla gestione dei boschi e sulla realizzazione delle strade forestali. All’epoca, ricorda Casanova, si diceva ok alle strade forestali, «ma con un certo criterio. Il patto era che le strade A fossero a esclusivo servizio del bosco. Poi un po’ alla volta soprattutto sotto l’epoca Dellai la legge è stata ammorbidita con le strade B che sono state liberalizzate passando ai Comuni e poi poi hanno ideato le strade di arroccamento che sono usate dai cacciatori fino in quota con le auto. La proposta di Ossanna è indecente perché le strade forestali A non sono collaudate e ogni sindaco si prende le sue responsabilità e voglio vedere quale primo cittadino lo farà». Le strade di tipo A sono quelle a uso esclusivo del bosco. E poi, secondo Casanova, diventerà difficile anche controllare chi sgarrerà.

«In questi ultimi dieci anni la Provincia ha ridotto alla grande gli organici dei servizi e dei custodi forestali con un taglio di 32 custodi e 50 forestali negli ultimi anni. Se passasse la proposta di Ossanna ci sarebbe una specie di safari nei boschi trentini». Critico Casanova anche sulla proposta delle celle frigo: «Ci avviciniamo al sistema clientelare del sud italia».

Di diverso parere Stefano Ravelli, presidente dell’Associazione provinciale dei cacciatori (Act). «Noi come cacciatori non abbiamo chiesto nulla. Non vogliamo una indiscriminata apertura delle strade, ma si potrebbero prevedere delle tassative e specifiche situazioni in cui possa essere consentito il transito per l’espletamento delle attività gestionali. Ad esempio se devo fare un controllo al cinghiale allora posso usare la strada o per la selezione degli ungulati».

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