Lo scatto prezioso del cacciatore Un raro grifone in Brenta

Uno scatto prezioso è quello che ha catturato Dario Bosetti, cacciatore della riserva di Dorsino, nelle Valli Giudicarie, che lunedì mattina, verso le 10, ha immortalato un raro esemplare di grifone. Siamo in località «Piz Busa di Salvin», al confine fra i comuni di Stenico e San Lorenzo Dorsino. «In ambito regionale non ci sono più di una ventina di osservazioni l’anno» spiega Alessandro Brugnoli, tecnico faunistico dell’Associazione Cacciatori Trentini.

Ali grandi da planatore, testa e collo bianchi, nel resto del corpo un piumaggio color tortora, i grifoni sono avvoltoi, quindi necrofagi ovvero animali che si nutrono di carcasse svolgendo cosi un importante ruolo ecologico.

Estinti dagli anni Sessanta nella maggior parte del Belpaese - ne sono sopravvissuti alcuni esemplari solo in Sardegna – i grifoni sono stati reintrodotti in alcune regioni e sulle Alpi l’unica colonia si trova in Friuli, dove vivono circa 50 coppie, spiega Fulvio Genero direttore scientifico della riserva naturale regionale del Lago di Cornino.

«Gli avvistamenti erano rarissimi fino a una decina di anni fa - spiega Paolo Pedrini, ornitologo del Muse di Trento – sono piano piano aumentati con il ripopolarsi della specie grazie anche alla protezione, ma non abbiamo coppie stabili in Trentino. Quello visto sul Brenta meridionale è un esemplare erratico, raramente sulle Alpi riusciamo ad avvistarli in gruppi e questo dà l’idea dello scarso numero, ancora, di questi volatili. Sono invece comuni in Spagna che ospita la popolazione più grande d’Europa con circa 20 mila esemplari».

Vita dura quella dei volatori solitari, per una specie dove il gruppo è importante: «Di solito i grifoni in gruppo comunicano tra di loro con il volo la perlustrazione del territorio e la presenza di fonti alimentari, quindi essendo singoli hanno più difficoltà a trovare cibo. L’animale si inserisce ad un livello della catena trofica dove al predatore segue il necrofago, cioè l’animale che porta al completo utilizzo della preda. Sulle Alpi questo lavoro lo faceva nel periodo invernale l’aquila, che in parte è necrofora, al pari dell’orso, della volpe e tutti quegli animali che trovando carcasse di queste si nutrono. Abbiamo questa idea dell’avvoltoio parassita, invece è un animale che sa sfruttare risorse che altrimenti verrebbero in qualche modo perdute».

La piattaforma ornitologica nazionale Ornitho.it si occupa di raccogliere le segnalazioni: «È importante che ogni avvistamento sia segnalato per aiutarci a ricostruire il quadro evolutivo di questa specie – conclude Pedrini - che in futuro non si esclude possa insediarsi anche qui».

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