Montagna, stagione positiva I rifugisti sono soddisfatti

di Andrea Orsolin

L’estate dei rifugi prosegue a marcia spedita. Lunghe code di appassionati escursionisti si snodano per chilometri lungo i sentieri che conducono in alta quota. Le montagne trentine sono prese d’assalto da chi scappa dal caldo afoso di città, oppure da chi desidera semplicemente ammirare le bellezze montane di casa nostra. A volte anche semplicemente trovare uno spazio per appostarsi a mangiare risulta difficile.

Il caotico Ferragosto è passato ed ora la stagione, tranne qualche sussulto nei fine settimana, dovrebbe essere in fase calante. Come sempre a comandare sarà il tempo, anche se a volte le previsioni metereologiche sono sbagliate e fanno indispettire i proprietari dei rifugi.

Nel complesso i gestori sono soddisfatti di come sta andando questa stagione, che si prolungherà fino a fine settembre.
Gianni Mosca del rifugio Val di Fumo, situato nel gruppo dell’Adamello, è raggiante. «Per noi questa stagione è stata da record, nonostante l’anno scorso il tempo fosse migliore. Il mese di giugno è stato eccezionale, mentre l’andamento di luglio ed agosto ha seguito quello dell’estate scorsa».

Facilmente raggiungibile dalla Val Canali, in Primiero, è il rifugio Treviso. «La stagione è andata benissimo - afferma la gestrice Mara Iagher - un po’ meno bene rispetto all’anno scorso, ma possiamo considerarci contenti, anche dei pernottamenti serali, con molti stranieri che sono nostri ospiti. Siamo stati però penalizzati dalle previsioni meteo, spesso sbagliate». Ferragosto? «Finalmente passato» afferma Mara sorridendo.

Più difficile da raggiungere è il rifugio Carè Alto. Più di tre ore di camminata dalla val Borzago, ma il gestore Marco Bosetti è complessivamente soddisfatto. «La stagione sta andando abbastanza bene, siamo fuori dal giro forte, visto che il nostro è un rifugio di alta montagna. Se il tempo è buono la frequentazione rimane nella media, non abbiamo grossi picchi ma nemmeno grossi cali. I turisti sono in gran parte italiani, ma i tedeschi stanno cominciando a riconquistare la nostra zona rispetto a qualche anno fa».

«Negli ultimi dieci giorni c’è stato tanto lavoro - afferma Fabio Bernard del rifugio Vajolet di Vigo di Fassa - prima era più tranquillo rispetto all’anno scorso. Nonostante le previsioni che continuavano a prevedere temporali, il tempo ci ha lasciato lavorare ed è andata bene, anche perchè le precipitazioni erano alla sera».

«La stagione estiva è nella media degli ultimi due anni - afferma Franco Nicolini del rifugio Tosa Pedrotti- In questo periodo ci sono gli italiani, prima ci sono stati molti tedeschi, oltre che polacchi e olandesi. La sorpresa quest’anno sono stati i tanti americani, che si stanno accorgendo delle nostre montagne».

All’interno del parco nazionale dello Stelvio, nel gruppo Ortles Cevedale in alta val di Peio, c’è il rifugio Vioz. Quì le presenze rispetto agli scorsi anni sono calate di molto. «A luglio è andata male, abbiamo registato un -25% rispetto agli ultimi tre anni - ci dice il gestore Mario Casanova - In agosto finora è andata un po’ meglio, ma non come gli anni precedenti. Credo che il motivo sia dovuto soprattutto ad un calo generale della gente presente in valle. Anche negli altri rifugi quì in valle ho sentito che c’è stato un grosso calo rispetto alle scorse stagioni».

La presidente della SAT Anna Facchini traccia un bilancio generale della stagione in corso.
«La sensazione è che quest’estate sui nostri rifugi ci sia una grande affluenza. Quelli più facilmente raggiungiubili in questo periodo lavoranto tantissimo, ci sono però purtroppo delle zone del Trentino, penso al gruppo Adamello-Presanella, dove a causa dei cambiamenti climatici è stato registrato un calo di afflusso turistico, mentre un tempo erano più frequentate dagli alpinisti. In alcuni casi è impegnativo fare i sentieri per arrivare ai rifugi più in alta quota».

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