Caccia: capanni più grandi e riscaldati con la stufa

Via libera della giunta provinciale

di Marica Viganò

Cacciatori vinti - per ora - sul fronte del Tar e costretti a scegliere tra caccia vagante e caccia da capanno, ma vincitori per quanto riguarda le novità nell’allestimento degli appostamenti fissi di caccia, novità che soddisfano le richieste dei capannisti trentini.

La giunta provinciale venerdì scorso ha stabilito i nuovi criteri per la realizzazione dei manufatti, dalle dimensioni ai materiali, con gli esempi delle differenti tipologie: a terra, con gli appostamenti chiusi con feritoia o parzialmente aperti; aerea sull’albero o autoportante di altezza non superiore agli alberi limitrofi.

«È una delibera che avevamo sollecitato più di due anni fa. Ci rammarichiamo che abbiamo dovuto più volte intervenire per chiedere l’approvazione - evidenzia Roberto Paccher, presidente dell’Associazione Capannisti Trentini - Siamo soddisfatti innanzitutto per le dimensioni maggiori previste per gli appostamenti fissi di caccia, ma anche per la possibilità di utilizzare materiale diverso dalla tipologia precedente. Importante è anche il via libera all’utilizzo di una stufa all’interno del capanno per la caccia alla migratoria. Prima non erano previste forme di calore e si andava incontro a sanzioni». Il percorso, come evidenzia Paccher, è stato costruito e concordato con l’assessorato e con l’Associazione Cacciatori, di cui i Capannisti (1.300 iscritti in provincia di Trento) fanno parte.

«È il risultato che auspicavamo di raggiungere da molto tempo - prosegue Roberto Paccher - Un risultato a cui siamo arrivati grazie all’Associazione Cacciatori e al presidente Stefano Ravelli».  
I capannisti, in particolare, potrebbero sentirsi penalizzati dall’obbligo di scegliere la tipologia di caccia da praticare. «Ma anche la caccia vagante ha alcuni rovesci della medaglia, dunque non è detto che l’opzione dell’appostamento fisso venga scartata dai cacciatori - precisa Paccher - Il problema è un altro e riguarda la quota: come capannisti chiediamo una drastica riduzione. La colpa, quest’anno, non è di nessuno ma, se in futuro sarà nuovamente obbligatoria una scelta, come Associazione chiederemo una quota più bassa e, come nel resto d’Italia, giornate aggiuntive in cui il capannista può praticare la caccia vagante alla migratoria, con la possibilità di andare anche fuori provincia. Auspichiamo che la Provincia e l’assessorato facciano tutto il possibile affinché si possa tornare a praticare sia l’appostamento che la caccia vagante».

Dunque, dal 16 agosto chi partirà con il camoscio si preclude la possibilità del capanno alla migratoria. Multe salate e la sospensione del porto d’armi sono previste per chi non seguirà le nuove regole.

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