Il riciclo vale l'1% del Pil Italia prima in Ue con Berlino

L’industria italiana del riciclo fattura 23 miliardi di euro all’anno, l’1% del Pil, e il nostro paese è all’avanguardia in Europa in questo settore: ricicla il 79% del rifiuto raccolto, come la Germania, più di Francia e Gran Bretagna e più della media europea (51%). Nel 2016 è aumentato il riciclo in tutti I settori, in particolare dell’alluminio, dell’acciaio e del legno. Gli imballaggi sono arrivati al 67%, l’organico al 41,2%.

I dati sono emersi stamani nel corso della presentazione a Roma dello studio L’Italia del Riciclo 2017, il rapporto annuale della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile (presieduta da Edo Ronchi) e da FISE Unire (l’Associazione che rappresenta le aziende del recupero rifiuti). Il rapporto quest’anno fa il punto sui vent’anni del Decreto Ronchi, che ha regolato per la prima volta il settore industriale del riciclo, e alla vigilia del varo da parte dell’Unione europea del nuovo pacchetto sull’economia circolare.

Le aziende italiane che gestiscono rifiuti sono 10.500, con 133.000 occupati. I problemi che affrontano sono ancora notevoli. Andrea Fluttero, presidente di Fise Unire, ha elencato l’ostilità delle comunità locali, processi autorizzativi differenti da Regione a Regione, controlli delle forze dell’ordine frammentati e spesso non adeguati tecnicamente, scarsa ricerca a causa delle piccole dimensioni delle aziende, necessità di un ecodesign che produca oggetti già pensati per il riciclo e di certificazioni che garantiscano la qualità dei materiali riciclati.

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