Siccità, pronto il piano di emergenza Bacino dell'Adige, razionamenti possibili

di Franco Gottardi

Non siamo ancora all'allarme rosso ma ci si prepara all'emergenza.

Nella sede dell'Autorità di bacino del fiume Adige si è riunito l'Osservatorio delle riserve idriche, sotto la direzione del coordinatore del Distretto idrografico Francesco Baruffi.

Valutata la situazione, i livelli dei corsi d'acqua e la scarsità di riserve in montagna vista la poca neve accumulata lo scorso inverno, è stato impostato un documento tecnico con le misure che andranno adottate se nei prossimi giorni non tornerà a piovere.

Le misure indicate sono state inviate alle parti politiche invitate a prendere le decisioni conseguenti.

Ci si prepara al peggio insomma, con possibili razionamenti e con la richiesta ai gestori dei bacini idroelettrici di effettuare rilasci coerenti con l'eventuale emergenza, sapendo che ad oggi c'è ancora qualche giorno di margine prima di intervenire. I dati dicono che a Boara Pisani, punto di rilevazione alla foce dell'Adige, attualmente la portata del fiume è di 100 metri cubi al secondo; siamo perciò ancora sopra la soglia minima dei 60 metri cubi, sotto la quale si mette in crisi il sistema di approvvigionamento idrico per usi civili e potabili, e sopra anche gli 80 metri cubi indispensabili per usare le risorse a fini irrigui.

A Trento, al punto di rilevazione del Ponte San Lorenzo, la portata è esattamente doppia rispetto alla foce, 200 metri cubi al secondo. Monitorando qui l'andamento è possibile prevedere quanto succederà di lì a poche ore nel basso Veneto sapendo ad esempio che una portata di 140 metri cubi in questa stagione di irrigazione intensa corrisponde a 80 metri cubi a Boara Pisani.

«Il fatto è - spiega Fabio Berlanda, dirigente dell'Agenzia per le risorse idriche e l'energia della Provincia di Trento - che è ben vero che siamo a livelli di portata molto più alti rispetto al mese di aprile, quando si verificò una prima emergenza (il 23 aprile la portata a Trento era scesa a 64 metri cubi al secondo), ma va detto che oggi rispetto ad aprile sono aumentate di molto le necessità sia in agricoltura che per il consumo visto l'arrivo dei turisti nelle località di villeggiatura a monte del fiume e dei suoi affluenti».

Alla riunione erano presenti i rappresentanti dei territori interessati, l'Alto Adige, il Trentino e il Veneto, i referenti delle aziende che gestiscono i bacini idroelettrici e in videoconferenza da Roma i rappresentanti del Ministero dell'ambiente e della Protezione civile nazionale. L'accordo, messi a punto i dettagli del piano predisposto ieri, è di continuare a mantenere i contatti monitorando costantemente la situazione e ritrovarsi venerdì della prossima settimana per rifare il punto.

«Sono molto soddisfatto - riferisce Baruffi - perché ci siamo preparati bene per avere una traccia di come comportarci se le condizioni lo richiederanno. Abbiamo fatto un buon lavoro di impostazione anche se non possiamo svelare i particolari, l'importante è aver trovato punti di convergenza per essere pronti in qualsiasi momento ad intervenire nella maniera più efficace».

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